Generatore termoelettrico a radioisotopi: differenze tra le versioni

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Una [[forza elettromotrice]] è prodotta dalla diffusione di elettroni attraverso l'unione di due differenti materiali (metalli o semiconduttori) che formano un circuito quando i capi del convertitore si trovano a temperature differenti.
 
Per la [[Missione spaziale Cassini-Huygens|missione Cassini]] il generatore termoelettrico contiene 18 moduli separati, mentre per il Multi-Mission Radioisotope Thermoelectric Generator (MMRTG), usato ad esempio per il [[Mars Science Laboratory]], è composto da 8 moduli e fornisce 120 W di potenza elettrica<ref>[http://www.nuclear.energy.gov/pdfFiles/MMRTG_Jan2008.pdf MMRTG January 2008.pmd<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. I moduli sono progettati per resistere ad ogni possibile eventualità: [[esplosione]] o [[incendio]] del veicolo di lancio, rientro in atmosfera seguito da impatto sul terreno o in acqua, e situazioni seguenti all'impatto. Uno schermo esterno in [[grafite]] provvede alla protezione contro i danni strutturali, termici e corrosivi di un potenziale rientro; inoltre, il combustibile è in forma di biossido di plutonio 238, un materiale ceramico resistente alla rottura. In tre diverse occasioni RTG erano a bordo di satelliti nella fase di rientro, ma non hanno portato alla dispersione di materiale radioattivo<ref>[http://www.aboutnuclear.org/docs/space/mmrtg.pdf NuclearConnect - ANS<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
I generatori RTG sono progettati accuratamente e intensamente testati e sono usati a partire dalle missioni Apollo sulla Luna in modo sicuro nel campo dell'[[esplorazione spaziale]]. Tuttavia, in seguito all'incidente dello [[Space Shuttle Challenger]], avvenuto il 28 gennaio 1986, venne considerata la possibilità di applicare uno schermo aggiuntivo al generatore; ma anche se questo potesse garantire protezione nelle vicinanze della zona di lancio, la sua notevole complessità aumenterebbe i rischi di una missione. In caso di avaria, uno schermo aggiuntivo potrebbe aumentare in maniera significativa le conseguenze di un impatto con il suolo.