Processo e morte di Socrate: differenze tra le versioni

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'''''Processo e morte di Socrate''''' è un [[film]] italiano diretto nel [[1939]] dal regista [[Corrado D'Errico]] che ha curato anche l'adattamento dei dialoghi [[Platone|platonici]], soprattutto dell'[[Eutifrone]] dell'[[Apologia]], del [[Critone]] e del [[Fedone]].
 
==Trama==
Nel [[399 a.C.]] il filosofo [[Socrate]] di [[Atene]] viene processato da alcuni suoi nemici politici e condannato a morte. Le sue accuse sono la corruzione degli animi dei giovani con false idee e teorie, come il fatto che Socrate criticasse sempre quelli che credevano di sapere, mentre in realtà erano ignoranti; ma i giudici incolpano il filosofo anche di non credere negli Dei e nelle sacre religioni locali e di predicare l'esistenza di una sorta di Demone interiore (sarebbe la nostra coscienza che ci dice cosa fare). Dato che Socrate non fa molto, come dicono i giudici, per salvarsi, anzi pare che avesse voluto proprio il contrario, il sofista viene condannato a stare qualche giorno in prigione per poi morire bevendo la [[cicuta]]. Gli amici, tra i quali [[Critone]], cercando di dissuaderlo dal perseguire le sue idee e piuttosto di fuggire. Ma Socrate arrabbiato replica di non voler disobbedire alle Sacre Leggi di [[Atene]], perché altrimenti avrebbe commesso un peccato ancor maggiore. Così accade che Socrate di Atene, dopo aver congedato tranquillamente tutti i suoi amici, sua moglie coi figli e i suoi allievi più giovani, beve la cicuta e si reca nell'[[Ade]] a conoscere le anime di [[Omero]], [[Esiodo]], [[Ulisse]] e [[Aiace Telamonio]], come aveva dichiarato di desiderare ardentemente durante la sua "apologia".
 
==Il film==