Scuola megarica: differenze tra le versioni

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La '''scuola megarica''' si basava sull'arte di discutere o [[eristica|erística]], come un ramo superiore della [[dialettica]]. L'eristica, decadendo, finì con il convertirsi ad una [[logorrea|verborrea]] priva di senso, esercitata su [[sillogismo|sillogismi]] come: ''«Tu hai ciò che non hai perso. Tu non hai perso nulla, per cui tu non hai nulla.»''
 
Il termine dispregiativo di [[sofista]] come ''saccente'' — seguendo la radice [[lingua greca|greca]] σοφιστης ''(sofisti)'' cioè σοφια (''sofía:'' 'sabiduría'"sapienza") — li definiva chiaramente per la loro affinità con la ''[[paradosso|paradossia]]'' e la sottile eloquenza logica che dominavano virtuose e quasi prepotenti. Si staccarono anche nel [[calcolo proposizionale]], come più tardi avrebbero fatto gli [[stoico|stoici]] greci.
 
[[Diodoro di Iaso|Diodoro Crono]], per esempio, modificò gli argomenti razionalmente impossibili ([[aporia|aporie]]) di [[Zenone di Elea]] (si veda la voce: [[Paradossi di Zenone]]) per negare così il movimento delle cose. Una teoria contigua a questa affermava che "si può solo parlare dell'essere attuale" e non di ciò che sta fuori dallo spazio o dal tempo presente. Permettere solo l'affermazione di ciò che realmente succede sopprime l'idea di [[Aristotele]] che considerava il ''possibile'' un [[modo]] del reale.