Scetticismo metodologico: differenze tra le versioni

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Lo '''scetticismo metodologico''' ('''dubbio metodologico''' o '''metodico''') è una corrente di pensiero [[filosofia|filosofica]] nata nel contesto dell'[[empirismo]] moderno e del [[razionalismo]], in particolare con [[René Descartes|Cartesio]]. Il dubbio metodico differisce dal [[Scetticismo filosofico|dubbio scettico]] che è invece un ''dubitare per dubitare'' e nel quale il dubbio è fine a sé stesso per la totale sfiducia nelle qualità dell'uomo. Mentre gli [[scetticismo filosofico|scettici]] greci dubitavano effettivamente della possibilità di avere una [[conoscenza]] [[verità|vera]] della [[realtà]], lo scetticismo metodologico si differenzia da questa corrente perché usa il dubbio solo come metodo per mettere alla prova le [[conoscenza|conoscenze]] in nostro possesso.
 
Esso funge da "prova del fuoco" e solo le conoscenze che sopravvivono a questa verifica possono essere considerate assolutamente vere ovvero classificabili come ''certezze''. In questo modo lo strumento dello scetticismo metodologico non nega affatto la possibilità di conoscenza vera, come invece sosteneva lo scetticismo greco. Lo scetticismo metodologico si può considerare erede del [[Rasoio di Ockham]] e precursore del [[falsificabilità|falsificazionismo]] di [[Karl Popper]]. In Cartesio lo scetticismo metodologico si dimostra uno strumento razionalista per giudicare il valore della conoscenza empirica. Cartesio individua la ''fine del dubbio in ciò che è evidente''. L'evidenza, infatti, è il primo punto del suo metodo [[gnoseologia|gnoseologico]].
 
== Verità, certezza, evidenza ==