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[[File:Ilioupersis Louvre G152.jpg|thumb|right|250px|Scena di battaglia fra achei e troiani, [[kylix]] attico a [[figure rosse]] ([[490 a.C.]]), Museo del [[Louvre]]]]
Paride partì per [[Sparta]] come ambasciatore e così, corteggiandola, si fece amante Elena, mentre Menelao era a [[Creta (isola)|Creta]] per il funerale di un amico. Tuttavia durante il viaggio i due spasimanti fecero naufragio in [[Egitto]] e il re di allora sostituì Elena con un simulacro, per punire l'impudenza del principe troiano.<br>Tutti gli [[achei]], comandati da Agamennone e Menelao erano pronti a partire per Troia, ma la dea [[Artemide]] impediva loro di imbarcarsi con forti maremoti. Infatti Agamennone sapeva bene che la dea era arrabbiata con lui per un'offesa recatale durante una battuta di caccia e ora l'indovino [[Calcante]] voleva che il re sacrificasse al figlia [[Ifigenia (mitologia)|Ifigenia]]. Per prelevare la ragazza Agamennone mandò [[Odisseo]] e [[Diomede]] con la scusa di una celebrazione di nozze con il fortunato [[Achille]]. Ifigenia si lasciò convincere e così solo alla fine si accorse del macabro destino, ma si lasciò agguantare dai sacerdoti e farsi sgozzare dal carnefice. Ora finalmente gli achei si riversarono sulle spiagge di Troia e si susseguono ogni giorno scontri violenti e sanguinosi. Tra i primi vi sono quelli di Achille e di [[Aiace Telamonio]] con Telefo, Teutranio e Tessandro. Durante il primo sbarco sulle spiagge nemiche morì anche l'eroe [[Protesilao]], dato che una profezia annunciava che per volere degli dei sarebbe stato il primo a morire sul campo troiano chi sarebbe sceso per primo dalla nave. Così Achille spinse il giovane dall'imbarcazione che fu trafitto da [[Ettore (mitologia)|Ettore]].<br>Il traduttore menziona molti altri combattimenti svoltisi i primi anni della guerra, citando anche alcune imprese di Ditti assieme ad Idomeneo e come sempre l'arrivo di nuovi alleati elencando gli eroi e le navi guidate.
[[File:PatrocluspederastysceneAkhilleus Patroklos Antikensammlung Berlin F2278.jpg|thumb|right|250px|Achille che cura Patroclo, vaso con figure rosse del pittore di Sosia]]
Dopo il decimo anno, nonostante una profezia di Calcante avesse annunciato la caduta di Troia proprio dopo un decennio esatto dalla prima battaglia, la roccaforte non era stata ancora nemmeno scalfita dal bronzo acheo. Non restava altro che un duello per concludere la battaglia: i campioni furono Menelao e Paride. Tuttavia quest'ultimo, mentre stava per soccombere ai colpi dell'altro, viene salvato da Afrodite e mandato immediatamente a godere l'amore con Elena nel palazzo della città. Tempo prima durante i primi scontri [[Achille]] aveva rinunciato a prendere parte ai combattimenti per via di un torto fattogli da Agamennone. Questi non aveva voluto ascoltare il dio Apollo che, con frecce avvelenate, uccideva molti soldati per via di un'offesa recata a un suo sacerdote. Il re di [[Argo (Grecia)|Argo]] doveva solo restituire la figlia al sacerdote, ma preferì prendersi in cambio [[Briseide]], concubina di Achille. Così l'eroe non combatté più.<br>Un responso aveva predetto che solo con il furto del [[Palladio (mitologia)|Palladio]] Troia sarebbe caduta e così vengono incaricati dell'impresa gli eroi [[Odisseo]] e [[Diomede]], sebbene il primo, nonostante molto amico del secondo, lo abbia cercato di uccidere durante il ritorno. Durante un ennesimo scontro pare proprio che la flotta achea stesse per ripiegare in mare e che i troiani, incitati da [[Ettore (mitologia)|Ettore]] a cavallo, fosse per sfondare un muro di protezione eretto dagli Argivi tempo prima. Durante l'assalto muore anche il prode semidio [[Sarpedonte]]. Così [[Patroclo]], molto amico di Achille, ottiene il permesso dall'eroe di prendere le armi e di combattere contro i troiani. L'eroe stava quasi per sfondare le porte nemiche quando Apollo e di seguito Ettore fermarono Patroclo per poi ucciderlo a colpi di lancia. Prima di esalare l'ultimo respiro Patroclo predice ad Ettore la sua morte per mano di Achille, ma questi non gli dette retta e gli rubò le armi di Achille. L'eroe, fuori di sé dalla rabbia e dalla disperazione, organizzò i giochi funebri che durarono dodici giorni, in cui si svolgevano riti sacri, discorsi e giochi ginnici, e di seguito fece pace con Agamennone.<br>Fabbricate nuove armi per Achille dal dio fabbro [[Efesto]], l'eroe si scagliò contro i troiani in campo, sterminandone a centinaia e catturandone un buon numero per sacrificarli sulla tomba dell'amico. Durante l'assedio sopraggiunsero sul campo anche molti degli dei dell'[[Olimpo (Grecia)|Olimpo]], dividendosi immediatamente in coloro che proteggevano i troiani e coloro che stavano contro, per guerreggiare furiosamente. Tutti i nemici ripiegarono dietro le porte, tranne Ettore, pronto a sfidare l'eroe. Durante il breve duello, in cui sopraggiunge anche [[Atena]], spacciandosi per [[Deifobo]], fratello di Ettore, il troiano cadde a terra morto, trafitto dalla spada di Achille. Di seguito l'eroe prese una fune e legò i piedi dell'eroe al carro, per trascinarlo nel campo acheo, promettendosi di non seppellirlo.<br>Priamo si recò quella stessa notte nell'accampamento, implorando Achille affinché gli restituisse il cadavere martoriato e così avvenne dopo che Priamo ricordò alcuni momenti felici ad Achille col padre [[Peleo]].<br>Concessi i funerali per Ettore, Achille s'incontra con [[Polissena]], giovane fanciulla troiana. Già da qualche tempo si frequentano nascostamente, ma dopo un po' Polissena, nonostante gli impegni di Achille per la guerra, decide di spostarlo in un tempio poco lontano da Troia. La cerimonia si sarebbe dovuta svolgere a notte tarda con solo pochi testimoni amici sia di Achille che della sposa. Ma Polissena ha di nascosto complottato contro l'eroe e prima dell'inizio della celebrazione, nel tempio, la ragazza fa un cenno a Paride, nascosto dietro una colonna, che trafigge con le sue frecce il tallone di Achille, facendolo morire di un dolore atroce.<br>Infatti la ragazza troiana voleva la morte dell'eroe per un preciso motivo. Molto tempo prima del primo incontro con Polissena, Achille si era perdutamente innamorato di un ragazzo nel pieno delle forze che combatteva al fianco dei troiani: [[Troilo]], fratello di Polissena. Achille non sapeva del legame di parentela che univa i due, ma i sentimenti di affezione e di piacere che provava per il giovane erano troppo forti (anche perché l'amante Patroclo era già morto) e non riusciva più a contenere le sue intenzioni.
[[File:Achilles Hector Louvre G153.jpg|thumb |280px|Achille guarda il corpo di Ettore. Tondo da una figura rossa attica, [[490 a.C.|490]]-[[480 a.C.]], museo del Louvre, [[Parigi]].]]