Nobile (titolo): differenze tra le versioni

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Con la normativa successiva alla proclamazione del [[Regno d'Italia]], che ha coordinato gli ordinamenti araldici vigenti negli stati preunitari, il titolo di "nobile" o "nobiluomo" (abbreviato comunemente N.H. o N.U.) viene riconosciuto come titolo autonomo quale grado che {{Cn|nella gerarchia nobiliare precede quello di cavaliere ereditario e segue quello di barone}}. Il titolo risulta quindi ''ammessibile dalla consulta'' (articolo 8 del regolamento della [[consulta araldica]], approvato con regio decreto del 8 maggio 1870).
 
Il titolo di nobile spetta inoltre ai figli non primogeniti dei nobili aventi titoli trasmissibili solo per ordine di primogenitura. In questo caso il figlio non primogenito avrà diritto al titolo di "nobiluomonobile dei..." seguito dal titolo spettante al primogenito. Questa norma costituì una vera innovazione allorché venne stabilita dal citato regolamento all'art. 20. Precedentemente l'uso prevedeva generalmente per il figlio primogenito, vivente il padre, lo stesso titolo paterno, e per gli altri figli il titolo di [[Cavalierato|cavaliere]]. Alcune famiglie, dotate di più titoli nobiliari e feudali, usavano distinguere il figlio dal padre col titolo di un altro [[feudo]].
 
In [[araldica]] nell'[[arma (araldica)|arma]] di nobile (propriamente detto) l'[[Elmo (araldica)|elmo]] è d'[[argento]] non arabescato, bordato d'oro; la [[Corona (araldica)|corona]] è cimata di 8 perle (di cui 5 visibili); è tollerata la corona con le perle sorrette da altrettante punte.