Pietro Fregoso (1412-1459): differenze tra le versioni

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|FineIncipit = fu il trentatreesimo [[doge (Repubblica di Genova)|doge]] della [[Repubblica di Genova]]. Nel [[1452]] fu il primo doge ad essere insignito dell'onorificenza di [[Gran maestro]] dell'[[Ordine Militare di San Giorgio]] per decreto imperiale di [[Federico III d'Asburgo]]
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Se sconquassati e pericolanti furono gli avvenimenti bellici in oriente e nelle colonie genovesi, non migliore fu invece la situazione in Terraferma e a Genova in particolare con il riprendere delle eterne lotte tra i fuoriusciti Adorno, [[Spinola]] e Fieschi contro il dogato. Con una popolazione genovese allarmata per la notizia del sequestro della nave di Oberto Squarciafico (4 luglio 1453) ad opera della marina catalana e che quindi, nonostante gli sforzi militari, ancora spadroneggiava nelle rotte commerciali genovesi, con maggior stupore e preoccupazione fu accolta dal popolo la notizia della caduta di Costantinopoli e di Pera in mano turca. Persa l'importante colonia, che gli storici segnaleranno come uno degli eventi più nefasti del suo lungo dogato, il doge Pietro II Fregoso si vide quasi costretto a cedere le altre colonie sul mar Nero ancora in mano ai Genovesi al Banco di San Giorgio tra il 1453 e il [[1454]].
 
Per far fronte ad un nuovo attacco armato della marineria genovese ai danni di Alfonso V d'Aragona, il doge dovette scendere a patti con molte personalità pure nemiche per congiungere gli sforzi; tra questi Gian Filippo Fieschi, conte di [[Lavagna (Italia)|Lavagna]], che dopo un trattato di pace il 1º gennaio 1454 ottenne da Pietro II Fregoso pressoché il dominio sul levante ligure in cambio del suo aiuto. E con la nomina di ammiraglio il Fieschi salpò da Genova il 7 aprile alla volta di Napoli assieme ad otto navi per condurre lo scontro finale contro l'aragonese. Un assalto quello genovese che fu però fallimentare per un probabile tradimento dello stesso Fieschi e per l'imperizia di Tommasino Fregoso inviato in seguito dal fratello doge in aiuto alla flottiglia repubblicana. Ben presto la Repubblica di Genova dovette subire il contrattacco di Alfonso V d'Aragona, un assedio che gestì praticamente da sola per la mancanza di alleati e che in poco tempo portò le truppe napoletane all'interno delle mura della città. Forte dell'appoggio dei fuoriusciti genovesi - tra questi gli Adorno e i Fieschi - il sovrano aragonese arrivò tuttavia ad una tregua con il doge e con Genova anche grazie ad una forte mediazione dello [[Stato Pontificio]].
 
Il resto del mandato proseguì con una gestione sempre più difficile del governo e con una Genova sempre assediata dalle navi catalane e soprattutto dilaniata dalle guerre interne. La situazione si strascinò fino al febbraio [[1458]] quando, isolato e stretto, Pietro II Fregoso prese la decisione di abdicare e di formalizzare quella che da li a breve sarebbe diventata una nuova dedizione di Genova verso la corona d'oltralpe di [[Carlo VII di Francia]].