Banca Commerciale Italiana: differenze tra le versioni

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Nel [[1972]], dopo l'uscita di Mattioli, la Banca Commerciale proseguì la linea da lui tracciata sia nel finanziamento all'industria e al mondo della cultura, sia nella leadership del settore internazionale. Proprio negli anni settanta vi fu una nuova grande espansione all'estero, oltre che nelle zone già consolidate dell'Europa Occidentale e dell'area americana, anche nei mercati asiatici.
 
Nel 1975 il 26 aprile L'Assemblea straordinaria degli azionisti della Banca Felice Beneduce Spa di Sant'Antimo (Na) deliberò l'incorporazione dell'Istituto nella Banca Commerciale Italiana, che già ne deteneva l'intero pacchetto azionario. L'operazione fu portata a termine per allargare la presenza dell'istituto milanese "nel retroterra campano (periferia di Napoli e zona adiacente a Caserta)": un nuovo sportello in quest'area avrebbe infatti consentito una presenza più capillare della Comit, che fino ad allora si era limitata alla sola fascia costiera.[9]
 
Negli anni ottanta la Comit fu inoltre la prima banca italiana a riallacciare i contatti con i paesi dell'Europa Orientale sotto l'influenza sovietica. All'inizio degli anni novanta si allentarono i vincoli della legge bancaria del 1936 e la Comit poté realizzare una grande espansione territoriale in Italia, raddoppiando il numero degli sportelli (circa settecento).
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== Note ==
<references/>
<references group="9. - Associazione Bancaria Italiana, Annuario delle aziende di credito e finanziarie, 1974-1975, Roma, Bancaria Editrice, 1975, p. 525; - Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio Banca Commerciale Italiana (ASI-BCI), Segreteria Crediti [Carte in corso di riordino]." />
 
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