Teatro Dal Verme: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Negli anni '60 del XIX secolo, nella stessa area sorgeva il politeama Ciniselli, una sorta di circo-teatro, dove si esibiva Gaetano Ciniselli, famoso cavallerizzo, alternandosi con compagnie di prosa e allestimenti di melodrammi. L'affluenza del pubblico, di estrazione popolare, aveva reso la zona turbolenta ed erano sorte molte proteste da parte degli abitanti del quartiere residenziale limitrofo. Gli edifici accanto al politeama erano di proprietà del conte Francesco Dal Verme che nel 1864, per sedare le polemiche dei suoi affittuari, comprò il terreno e fece edificare il teatro omonimo. Il progetto del teatro fu affidato dalla famiglia [[Dal Verme]] all'[[architetto]] [[Giuseppe Pestagalli]], che ideò un teatro che avrebbe avuto tremila posti, la tipica forma a ferro di cavallo dei teatri lirici, e due ordini di palchi sormontati dal grandissimo [[loggione]] (che aveva, da solo, 1400 posti). Il teatro fu inaugurato il 14 settembre [[1872]], dopo un anno e mezzo di lavori, con ''[[Gli Ugonotti]]'' di [[Giacomo Meyerbeer]]. {{Citazione necessaria|[[Ferdinando Fontana]] nel 1881 lo definì il teatro più bello di Milano}}.
 
Al teatro debuttarono molti astri nascenti della lirica, tra cui [[Giacomo Puccini]] con ''[[Le Villi]]'' e [[Ruggero Leoncavallo]] con ''[[Pagliacci (opera)|Pagliacci]]''.<br/> Sempre in questo teatro vi fu la prima italiana de ''[[Die lustige Witwe|La vedova allegra]]'' di [[Franz Lehar]], il 27 aprile [[1907]].
Trovarono qui la loro sede anche le rappresentazioni del Teatro Futurista di Tommaso Marinetti.
I giovani Arturo Toscanini e Pietro Mascagni effettuarono in questo teatro le loro prime esibizioni pubbliche.
 
Il teatro fu distrutto dai bombardamenti statunitensi nel [[1943]] e restaurato nel [[1946]]. Da allora il teatro ospitò solo concerti e raramente furono rappresentate opere.