Varietà (linguistica): differenze tra le versioni

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Una '''varietà''' linguistica è una forma di una data [[Lingua (linguistica)|lingua]] usata dai parlanti di quella lingua. Questo può includere [[dialetti]], [[accento (linguistica)|accenti]], [[Registro (linguistica)|registri]], [[stili]] ed altre varietà linguistiche, così come la [[lingua standard]] stessa. In genere il termine ''lingua'' è associato solo con la lingua standard, mentre il ''dialetto'' è associato con le varietà non standard, con caratteristiche meno prestigiose o "corrette" di quella standard. La linguistica si occupa sia delle lingue standard che delle varietà non standard.
 
Le varietà a livello di [[lessico]], come i [[varietà regionali|regionalismi]] e le [[espressioni idiomatiche]], sono spesso considerate in relazione allo stile o al livello formale (chiamato anche registro). In quanto strumenti di comunicazione, le lingue sono "istituzioni" che chi parla o scrive continuamente manipola, operando adattamenti funzionali alle proprie esigenze. Ciascuna lingua, pur avendo una fisionomia lessicale, morfologica e sintattica che la caratterizza rispetto alle altre lingue, è una realtà in costante evoluzione, dal lessico alla struttura grammaticale, in particolare a partire dagli usi del parlato.
 
In quanto strumento di comunicazione, la [[lingua italiana]], come tutte le altre, è un'istituzione che chi parla o scrive continuamente manipola per adattarla alle proprie esigenze.
In qualche caso è possibile associare a queste mutazioni specifici eventi storici.
Perciò, essa, pur avendo una fisionomia lessicale, morfologica e sintattica che la caratterizza rispetto alle altre lingue, è una realtà in costante evoluzione: è mutata e continuamente muta dal lessico alla struttura grammaticale, si parla per lo più nelle lingue parlate e ciò comporta un continuo cambiamento anche per quanto riguarda la cadenza vocalica.
 
Una lingua muta nel tempo, è vero, l'abbiamo già detto, però a questa mutazione si attribuiscono dei fatti, eventi storici che sono successi è hanno contribuito perché l'evoluzione avvenisse.
==Variabili sociolinguistiche==
Infatti, anche se noi non ce ne rendiamo conto, più "consumiamo" una lingua, ovvero più la usiamo e la sfruttiamo in ogni sua variazione, più essa cambia con noi.
Nel tempo, sono stati elaborati concetti per formalizzare i piani secondo cui una lingua cambia. Diversamente da quanto avviene nella considerazione della lingua come un fatto astratto e immutabile, la [[sociolinguistica]] si approccia alla lingua come ad un organismo vivo, nelle sue concrete realizzazioni, diverse secondo diversi tagli d'analisi.
Quando una lingua viene studiata, analizzata tramite testi scritti, per esempio, si possono osservare le sue varietà storiche; infatti è molto importante conoscere una lingua dalle sue origini, per fare un collegamento logico su fatti che hanno contribuito a modificarla.
 
Per citare un altro esempio, l'italiano attuale è il frutto della costante evoluzione del latino parlato attraverso secoli.
Le cosiddette "variabili" sono, nell'analisi dei sociolinguisti, ciò che determinano le varietà linguistiche:
*l'analisi [[Diacronia|diacronica]] legge le variazioni linguistiche in rapporto al tempo;
*l'analisi [[Diatopia|diatopica]] legge le variazioni linguistiche in rapporto allo spazio;
*l'analisi [[Diamesia|diamesica]] legge le variazioni linguistiche in rapporto al mezzo;
*l'analisi [[Diastratia|diastratica]] legge le variazioni linguistiche in rapporto alla condizione sociale dei parlanti.
*l'analisi [[Diafasia|diafasica]] legge le variazioni linguistiche in rapporto alla funzione del messaggio e alla situazione in cui si colloca.
 
Diastratia e diatopia sono variabili sociolinguistiche introdotte dal linguista {{chiarire|danese|o norvegese?}} [[Lev Flydal]] nel [[1952]] e poi assunti, ridefiniti e sistematizzati dal linguista rumeno [[Eugen Coșeriu]], che li integrò con la diafasia<ref>Vincenzo Orioles, ''[http://www.orioles.it/materiali/pn/Variabilita_diastrat.pdf Variabilità diastratica]''.</ref><ref>Vincenzo Orioles, ''[http://www.orioles.it/materiali/v_diatopica.pdf Variazione diatopica]''.</ref>. Questi concetti sono mutuati sulla base della diacronia [[Ferdinand de Saussure|saussuriana]]<ref>Beccaria, ''Dizionario'', 2004, cit., alle voci ''diastratico'', ''diafasico'' e ''diatopico''.</ref>. Il concetto di diamesia è stato invece coniato da [[Alberto Mioni]]<ref>«Italiano tendenziale: osservazioni su alcuni aspetti della standardizzazione», in ''Scritti linguistici in onore di Giovan Battista Pellegrini'', Pacini, Pisa, pp. 495-517.</ref>.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*[[Gian Luigi Beccaria]] (a cura di), ''Dizionario di linguistica'', ed. [[Einaudi]], Torino, 2004, ISBN 978-88-06-16942-8
 
==Dialetti==
{{vedi anche|Dialetto|Lingua vernacolare}}