Pieve di Galliano: differenze tra le versioni

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Nel [[X secolo]] si iniziò a ricostruire la [[Complesso monumentale di Galliano|Basilica di Galliano]]: a questo periodo risalgono le navate su cui [[Ariberto da Intimiano]], intorno al [[1000]], fece innestare l'abside e la cripta. La Basilica fu riconsacrata da [[Ariberto da Intimiano|Ariberto]], allora suddiacono e custode del sacro edificio: probabilmente ne era il proprietario per tradizione familiare, tanto che una riprova sarebbero le epigrafi graffite sotto gli affreschi dell'abside che ricordano la morte del padre, del fratello e del nipote. Divenuta chiesa pievana e sede del ''Capitolo dei Canonici'', per alcuni secoli la Basilica di S. Vincenzo godette particolare affetto tra i Canturini che donarono terreni ed altre proprietà: il lascito più antico risale al [[1284]]. La località di Galliano a quel tempo non era che un minuscolo villaggio campestre distinto da quello di [[Cantù]], ma la basilica fu sufficiente per fornigli un potere di influenza su un vasto circondario territoriale, stante il ruolo nettamente predominante della [[Chiesa cattolica]] nel [[Medioevo]].<ref>[http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8117030/?view=toponimi&hid= vedi qui]</ref>
 
Col [[Rinascimento]] la pieve assunse anche una funzione amministrativa civile come ripartizione locale della [[Provincia del Ducato di Milano]], al fine di ripartire i carichi fiscali e provvedere all'amministrazione della giustizia.<ref>[http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/3001828/?view=toponimi&hid= vedi qui]</ref> Tuttavia, sebbene la titolazione civile rimase sempre in capo a Galliano, la centrale amministrativa non potèpoté che divenire il borgo di [[Cantù]], nel cui territorio Galliano era ricompresa non essendo mai riuscita per dimensioni a sviluppare un proprio governo municipale.
 
Nel frattempo la pieve religiosa non fu esente da stravolgimenti: nel [[1584]] il [[Capitolo (cristianesimo)|Capitolo]] ed il [[Prevosto]] si trasferirono presso la chiesa di Basilica di [[San Paolo]] di [[Cantù]], dopo che [[San Carlo Borromeo]], arcivescovo di [[arcidiocesi di Milano|Milano]] dal [[1560]] al [[1584]], trovò la Basilica e le case canonicali in condizioni di semiabbandono. È bene dire che per molti secoli la nuova pieve continuò ad essere chiamata pieve di Galliano, il nome di Pieve di Cantù affermandosi solo in alcuni ambiti ecclesiastici.<ref>[http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8117031/?view=toponimi&hid= vedi qui]</ref>