Laudatio funebris: differenze tra le versioni

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Generalmente considerate come il primo esempio di [[oratoria]] [[lingua latina|latina]], le ''laudationes funebres'', tra i primi tentativi di creazione di un archivio storico, erano espressione della cultura [[gens|gentilizia]]: le ''gentes'' glorificavano, attraverso le orazioni funebri, i propri parenti defunti, esaltando le loro gloriose azioni e permettendo così che se ne perpetrasse la memoria. Le orazioni venivano infatti conservate e talvolta riutilizzate in più occasioni.<ref>[[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], ''Brutus'', 62.</ref> Con l'intento di glorificare le propria stirpe, inoltre, si tendeva spesso ad inserire all'interno della ''laudatio'' notizie inventate, come ascendenze e genealogie leggendarie, o ad alterare i dati storici tramite l'inserimento di magistrature che il defunto non aveva esercitato.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', VIII, 40, 4-5.</ref> Il carattere encomiastico della ''laudatio'', infatti, risulta evidente dal nome stesso del componimento, che si propone di tessere l'elogio del defunto. Simile era il ruolo svolto dalle iscrizioni riportate sulle lapidi tombali, gli ''[[elogio|elogia]]''.
 
Svetonio ad esempio ricorda che in occasione della morte dell'[[imperatore romano]], [[Augusto]], ebbe due orazioni funebri: una del figliastro, [[Tiberio]], davanti al [[tempio del Divo Giulio]], l'altra di [[Druso minore|Druso]], il figlio di Tiberio, dall'alto dei [[rostri|rostri antichi]]. Subito dopo i senatori lo portarono a spalla fino al [[Campo Marzio]] dove venne cremato. Un vecchio pretoriano giurò di aver visto salire al cielo il fantasma di Augusto, subito dopo la sua cremazione. I personaggi più influenti [[ordine equestre]], in tunica, senza cintura, a piedi nudi, deposero i suoi resti nel [[Mausoleo di Augusto|mausoleo]] a lui dedicato, fatto costruire tra la [[via Flaminia]] e la riva del Tevere durante il suo sesto consolato, avendo poi aperto al pubblico i boschetti e le passeggiate da cui era circondato.<ref>{{cita|Svetonio|''Augustus'', 100|Svetonio|harv=s}}.</ref> In seguito le ceneri dei suoi successori, della [[dinastia giulio-claudia]], vennero qui deposte.
 
==Note==
<{{references/>|2}}
 
==Bibliografia==