Lisia: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Dopo la morte del padre
Durante il regime dei [[Trenta Tiranni]], Lisia fuggì a [[Megara (città)|Megara]] dopo essere stato accusato di cospirazione insieme al fratello [[Polemarco (filosofo)|Polemarco]], fatto poi uccidere per tali motivi. In realtà, nonostante il non ambiguo dissenso dei due, i Trenta tiranni cercavano un pretesto per confiscare i loro beni. Restaurata la democrazia ad opera di [[Trasibulo]], nel [[403 a.C.]] Lisia tornò di nuovo ad Atene, dove cercò di rientrare in possesso degli averi sottrattigli e di ottenere la cittadinanza, ma senza successo, nonostante [[Trasibulo]] stesso avesse proposto all'assemblea di attribuirgliela per i servizi resi dall'oratore per la causa democratica, che da Megara finanziò un esercito di circa trecento mercenari per combattere i Trenta.
Nell'orazione ''[[Contro
L'esito del processo è sconosciuto; tuttavia i suoi beni non gli furono mai restituiti e Lisia, non potendo aspirare a cariche pubbliche in quanto privo della cittadinanza, dovette adattarsi a fare il [[Logografia (retorica)|logografo]], l'oratore giudiziario su commissione.
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