Orazio Alfani: differenze tra le versioni

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Veniva da una tradizione familiare legata alla pittura, suo padre [[Domenico di Paris Alfani]] e suo fratello Cesare erano, infatti, dei pittori conosciuti a livello locale. Figlio naturale, fu legittimato dal perugino [[Domenico Alfani|Domenico]] nel [[1520]].<br> Si dedicò anche all'arte dello stucco e all'architettura. Sebbene meno noto del padre, con cui sempre collaborò, veniva giudicato come uno dei pittori più vicini a [[Raffaello]].<ref>Valenti, p.224</ref>
 
Lavorò per molti anni a [[Trapani]] (il tabernacolo nella chiesa dell'Annunziata) e a [[Palermo]], dove prese parte a dei lavori nel [[Duomo di Palermo|duomo]] (tribuna), nella [[chiesa di San Pietro martire|chiesa di san Pietro martire]] e nel palazzo Rau.
 
Nel [[1545]], al suo ritorno in [[Umbria]], venne eletto camerlengo dell'Arte dei Pittori e poco dopo gli fu commissionato un ''san Sebastiano'' dipinto per la [[Duomo di San Lorenzo (Perugia)|cattedrale di Sansan Lorenzo]] in [[Perugia]].<br> Per la chiesa perugina di san Pietro realizzò le seguenti opere: gli affreschi con la vita dei SS. Pietro e Paolo e altri tre dipinti purtroppo perduti. Insieme all'anziano padre dipinse due tavole per san Francesco al Prato, oltre al ricordato ''san Sebastiano''.<ref>Santi, p.41</ref>
 
Nel [[1573]] fondò, assiemeinsieme a Raffaele Sozi, l'[[Accademia di Belle Arti]], tuttora attiva, seconda solo a quella fiorentina.<br> Nel [[1576]], in seguito alla scomparsa di [[Vincenzo Danti]] fu nominato ''pubblico architetto''. Contribuì, altresì, alla decorazione del santuario di Mongiovino, presso [[Panicale]], e agli arredi pittorici della chiesa di santa Maria delle Lagrime in [[Trevi]].<br> Morì, a 73 anni, a [[Roma]], dove si era recato per motivi di lavoro.<ref>Gnoli, p.59</ref>
 
Un ipotetico affresco di Orazio Alfani, rinvenuto nella [[Rocca Paolina]], è stato posto al centro delle vicende del ''paranormal romance'' "La stanza del dipinto maledetto", dello scrittore bolognese Corrado Spelli. Ambientato nella [[Perugia]] d'oggi e dei [[Baglioni (famiglia)|Baglioni]] del [[1540]], il dipinto si ispira alla guerra tra la città e il [[papa Paolo III]].<ref>Spelli, pp.158-199</ref>