Assedio di San Giovanni d'Acri (1189-1191): differenze tra le versioni

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Stupito di vedere la città in mano ai musulmani, egli riuscì a sottrarsi alle galere egiziane ed approdò a Tiro, che aveva già ricevuto entro le mura il vessillo del Saladino ed erano in attesa dell'arrivo del sultano per consegnarli le chiavi della città ed arrendersi. Ma l'arrivo di Corrado diede nuovo coraggio agli abitanti, , che gli proposero di organizzare le difese della città contro i musulmani, in cambio della instaurazione della signoria dei Monferrato sulla città.
 
Quando il Saladino giunse nei pressi della città, convinto della sua sottomissione spontanea, fu assai sorpreso di vederla invece in pieno assetto da combattimento, pronta a resistere. Lo stupore del Saladino diventò rabbia quando Corrado del Monferrato prese il vessillo musulmano già sventolante sulle mura cittadine, e lo gettò nel fossato sottostante. Visto che nella [[battaglia di Hattin]] era stato catturato [[Gugliemo di Monferrato]], padre di Corrado, Saladino si offrì di liberarlo in cambio della resa della città; inoltre era disposto ad offrire beni e ricchezze a Corrado.
 
Egli organizzò la resistenza e tenne in scacco Saladino, che dovette rassegnarsi a togliere l'assedio il 2 gennaio [[1188]]<ref>{{Cita|Grousset, [[1936]]|pp. 47-51|1936}}</ref>.