Crisi energetica del 1979: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Line at a gas station, June 15, 1979.jpg|400px|thumbnail|Coda ad una stazione di rifornimento negli Stati Uniti. 15 giugno 1979.]]
 
Con il termine di '''crisi energetica del 1979''' si intende il brusco rialzo che si verificò nel [[mercato]] internazionale del prezzo del [[petrolio]] a seguito della [[rivoluzione iraniana]] del [[1979]], dai gravi effetti sull'apparato produttivo di un paese dipendente per il 70% dal petrolio e dai suoi derivati.
 
Nel secondo dopoguerra l' [[economia]] dei Paesi industrializzati era fortemente dipendente dal [[petrolio]], da tempo diventato la più importante fonte di '''energia''' per la produzione industriale, la produzione agricola e il sistema dei trasporti.
Il rovesciamento del [[regime (politica)|regime]] dello [[scià]] [[Mohammad Reza Pahlavi|Reza Pahlavi]] bloccò la produzione petrolifera del paese innescando forti movimenti [[speculazione|speculativi]]. Il [[petrolio]] arrivò a quotare 80 [[Dollaro statunitense|dollari]] al [[Barile (unità di misura)|barile]] (valore riportato a dollari [[2005]]) creando grandi difficoltà di approvvigionamento [[energia|energetico]] in tutto il mondo occidentale.
 
==Contesto Politico e economico==
La crisi si concluderà solo all'inizio degli [[Anni 1980|anni ottanta]] con il tranquillizzarsi dello scenario [[Medio Oriente|mediorientale]] e la messa in produzione di nuovi giacimenti petroliferi scoperti e sviluppati nel territorio di nazioni non appartenenti all'[[OPEC]], individuati soprattutto nel [[Mare del nord]] e in [[Alaska]], e divenuti economicamente sfruttabili a seguito dell'incremento del prezzo del petrolio medio orientale.
 
La seconda crisi energetica, detta anche '''secondo shock petrolifero''' fu provocato dalla [[rivoluzione islamica]] in [[Iran]] (si afferma il regime fondamentalista sciita) e dalla guerra tra Iran e [[Iraq]] di [[Saddam Hussein]]. Proprio l’Iraq, guidato dal rais Saddam Hussein, ha contribuito a rendere ancora più esplosiva la situazione di questa «polveriera», occupando improvvisamente il Kuwait nel 1990 e provocando quella «guerra del Golfo» che per alcuni mesi ha tenuto in allarme il mondo intero per il diretto intervento militare statunitense.
Di pari passo, la crisi economica ha imposto la necessità di ridurre la dipendenza dell’economia occidentale dalle fonti petrolifere mediorientali, attraverso la riduzione dei consumi, la riorganizzazione della produzione industriale, la ricerca di fonti energetiche alternative. Ciò per un verso ha stimolato la proliferazione di centrali nucleari; ma, per altro verso, ha sollecitato un ampio movimento d'opinione che denunzia l'intrinseca debolezza delle società industrializzate e mette in discussione lo stesso concetto di '''«progresso»''', quando esso sia inteso come sviluppo lineare e irreversibile attraverso l'industrializzazione avanzata, facendo nel contempo emergere tutti i gravi problemi creati dal violento rapporto uomo-natura e da tutte le trasformazioni e gli inquinamenti ambientali conseguenti a un incauto, e talvolta selvaggio, sfruttamento delle ''risorse''.
 
Lo '''shock''' fu grave, ma breve: il greggio salì a '''80 dollari al barile''', equivalenti a circa 100 dollari di oggi, creando gravi difficoltà di '''approvvigionamento energetico'''. Seguì un lungo periodo di contro-shock, caratterizzato da una lenta crescita della domanda mondiale, un costante aumento dell'offerta e l'ingresso di nuovi fattori non-OPEC sul mercato.
Tra i fattori chiave, vi fu la '''rivoluzione tecnologica''' che aumentò l'efficienza energetica(e in particolare quella petrolifera)delle economie occidentali:
*riduzione dei costi del greggio;
**possibiltà di sfruttamento dei giacimenti un tempo non economici e non raggiungibili.
Con la sua posizione di principale fonte di [[energia]], il ''petrolio'' sintetizza molto bene la [[crisi energetica]].
 
Le riserve di petrolio erano ben lontane dall'essere garantite: l'[[embargo]] imposto dall' '''Arabia Saudita''' e dagli altri produttori del '''Medio Oriente''', provocò un forte incremento del [[prezzo]] della [[benzina]], dell' [[olio combustibile]], del [[propano]] e di innumerevoli [[prodotti chimici]].
 
Sulla costa orientale degli USA, la benzina divenne così difficile da trovare che gli automobilisti passarono ore in lunghe file, attendendo di poter acquistare il rifornimento per pochi giorni.
 
Nel complesso, tutta l'economia capitalistica avanzata è stata scossa a fondo dalla crisi, rivelando una notevole fragilità e soprattutto la sua pericolosa dipendenza dalle fonti di energia tradizionali e dalle situazioni e dalle svolte politiche dei paesi produttori di petrolio. I problemi del Medio Oriente, quindi, già al centro dell'attenzione mondiale nel decennio precedente, hanno acquistato, dopo la crisi, un'importanza vitale per gli assetti politici ed economici internazionali, spingendo le potenze occidentali a intervenire sempre più massicciamente in quell'area, talvolta contribuendo a mediarne le tensioni, altre volte invece incoraggiando, con interventi economici e con grandi forniture di armi, la conflittualità e le guerre.
 
 
 
==Conseguenze==
 
Improvvisamente i problemi energetici divennero problemi di '''inflazione''' (che tra il 1972 e il 1980 ha eroso 116 mila miliardi di risparmio delle famiglie)e di '''disoccupazione''': l'energia divenne la principale responsabile del deterioramento della [[crisi economica]].
A questo riguardo il bienno 1979-80 si segnala come un momento di discreta '''espansione''', con una consistente ripresa del processo di accumulazione e degli investimenti. A tirare sono le esportazioni a fronte di un rallentamento della domanda interna e di una ripresa della domanda mondiale. Il buio delle città, per la seconda volta in dieci anni, faceva luce sulla forte dipendenza delle importazioni di petrolio. Serviva un ''piano energetico'' di lungo periodo che conferisse all' ''Occidente'' una maggiore [[autonomia]] energetica.
''Europa Occidentale'' e ''Stati Uniti'' iniziarono ad interrogarsi sulle possibili soluzioni e il [[risparmio energetico]] fu una delle principali risposte alla crisi. Sarà proprio il risparmio energetico, insieme al picco dello ''sviluppo nucleare'', a permettere ai Paesi Occidentali di scalfire nella seconda metà degli anni Ottanta, il cartello [[OPEC]] e di far crollare il prezzo del petrolio ai valori confrontabili con quelli della crisi del ''1973''. Già da qui, si intravedono i primi modesti segnali di un recupero di competitività quale risultato della ristrutturazione. L'obiettivo di mantenere competitive esportazioni, in ''Italia'', non può essere raggiunto dalla svalutazione come nel 1973-1974. Infatti l'Italia, che nel 1973 aveva deciso di rendere fluttuante la lira, nel 1979, tra dibattiti e resistenze, entra a far parte del [[Sistema Monetario Europeo]], varato l'anno precedente.
 
==Conclusione==
 
La crisi si concluderà solo all'inizio degli [[Anni 1980|anni ottanta]] con il tranquillizzarsi dello scenario [[Medio Oriente|mediorientale]] e la messa in produzione di nuovi giacimenti petroliferi scoperti e sviluppati nel territorio di nazioni non appartenenti all'[[OPEC]], individuati soprattutto nel [[Mare del nord]] e in [[Alaska]], e divenuti economicamente sfruttabili a seguito dell'incremento del prezzo del petrolio medio orientalemediorientale.
Alla crisi delle illusioni derivanti da un'acritica fiducia nel progresso tecnologico e scientifico, si è accompagnato negli ultimi anni, ma su un altro versante, il crollo di molte di quelle convinzioni politico-ideologiche, ispirate al [[Marxismo]], che avevano alimentato i movimenti degli anni Sessanta e soprattutto il '''«mitico» Sessantotto'''.
La '''crisi economica''', da un lato, la '''crisi ideologica''', dall'altro, hanno indotto un fenomeno generalizzato e diffuso, soprattutto a livello giovanile, di diffidenza e di sospetto nei confronti di qualunque visione politico-ideologica generale, di qualunque progetto globale di '''trasformazione''' della realtà sociale.
 
Gli anni Settanta, quindi, sono trascorsi, per il mondo intero, sotto il segno di una forte crisi economica, che ha inciso a fondo sulle vicende di tutto il ''decennio''.
 
 
<<[...] Ma qualunque tentativo di risolvere una crisi contrasta con la soluzione delle altre: il controllo dell'inquinamento limita le fonti energetiche utilizzabili, mentre il risparmio dell'energia ha un prezzo elevato [...] Ci troviamo di fronte non già ad una serie di crisi separate, ma a un'unica insufficienza fondamentale, un'insufficienza strettamente connessa alla struttura stessa della società moderna. >>
 
([[Barry Commoner]])
 
==Monografie==
Barry Commoner, ''La povertà di potere'', Garzanti Editore, 1976
 
== Voci correlate ==