Decolonizzazione: differenze tra le versioni

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La riscoperta delle culture caraibiche, con la conseguente rinascita di una coscienza nazionalista, ha portato gli ex possedimenti caraibici olandesi e inglesi ([[Guyana francese|Guyane]] e [[Antille]]) a reclamare la propria indipendenza. I possedimenti britannici più numerosi andavano dall'America centrale ([[Belize]]) a quella meridionale ([[Guyana]]): la prima divenne indipendente nel 1981 mentre l'altra nel 1962. Gli anni successivi videro diverse indipendenze: [[Barbados]] (1966), [[Bahamas]] (1973), [[Grenada]] (1974), [[Dominica]] (1978), [[Santa Lucia (stato)|Santa Lucia]] (1979), [[Saint Vincent (isola)|Saint Vincent]] (1980), [[Antigua (isola)|Antigua]] e [[Barbuda]] (1981), [[Saint Kitts]] e [[Nevis]] (1983).<ref>Bernard Droz, ''Storia della decolonizzazione nel XX secolo'', p.232</ref>
 
I possedimenti dell'Oceano Indiano, videro l'indipendenza a partire del 1968, quando furono decolonizzate l'isola di Maurizio e le [[Maldive]], nel 1975 fu la volta dell'arcipelago delle [[Comore]] (tranne [[Mayotte]]) e le [[Seychelles]] nel 1976.<ref>Bernard Droz, ''Storia della decolonizzazione nel XX secolo'', p.233</ref>
 
L'Oceania, oggi Pacifico meridionale, era stato sottoposto alla colonizzazione europea, americana e giapponese. La Gran Bretagna fece il primo passo rendendo indipendenti le [[Figi]] e di [[Tonga]] nel 1975, quelle di [[Tuvalu]] (ex isole Ellice) nel 1978, di [[Kiribati]] (ex isole Gilbert) e delle [[isole Salomone]]. Nel 1980 venne abolito i condomino franco-britannico delle [[Nuove Ebridi]], dando vita a [[Vanuatu]]. L'[[Australia]] rese indipendente l'[[Nauru|isola si Nauru]] nel 1968 e [[Papua Nuova Guinea]] nel 1975; mentre la [[Nuova Zelanda]] proclamò indipendenti le [[Samoa]] occidentali nel 1976. La Francia e gli Stati Uniti rinviano ancora oggi la concessione di qualsiasi indipendenza completa.<ref>Bernard Droz, ''Storia della decolonizzazione nel XX secolo'', p.233-234</ref>