Culto imperiale: differenze tra le versioni

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Lo stesso avvenne per la maggior parte dei successivi imperatori: da una parte il culto del genio dell'imperatore vivente, che era un atto dovuto da tutti i cittadini dell'Impero, dall'altro il culto personale riservato a quei sovrani che venivano riconosciuti come "divini" dopo la morte. Fu proprio l'opposizione al culto imperiale presentata dai [[Cristiani]] una delle cause delle [[persecuzioni]] cui andò incontro, sin dal [[I secolo]] la nuova religione.
 
Il culto imperiale continuò a fiorire fino al [[III secolo]], con l'imperatore [[Alessandro Severo]], dopodiché questo genere di culto andò lentamente in disuso, proprio per l'affermarsi della [[religione cristiana]]. Tuttavia pratiche della divinizzazione imperiale rimasrorimasero ancora a lungo in uso, tanto da essere ancora applicate anche nel caso dello stesso [[Costantino I]], come retaggio dell'antica religione. Lo stesso imperatore veniva però parimenti elevato dal nuovo culto cristiano al rango di [[Isapostolo]], cioè di "eguale agli [[Apostolo|apostoli]]", con una modalità volta appunto perpetuare la funzione religiosa dell'imperatore.
 
==Voci correlate==