Esistenzialismo: differenze tra le versioni
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[[File:FourExistentialPrecursors.jpg|thumb|250px|I precursori dell'esistenzialismo (in senso orario, da sinistra in alto): [[Kierkegaard]], [[Nietzsche]], [[Kafka]] e [[Dostoevskij]].]]
L<nowiki>'</nowiki>'''esistenzialismo''' è
Tra il [[1928]] e il [[1940]] [[Martin Heidegger]] è stato il più importante rappresentante dell'esistenzialismo su base [[Fenomenologia|fenomenologica]] e il suo ''Essere e tempo'' può essere considerato una pietra miliare dell'esistenzialismo moderno. Verso il [[1936]] egli opera nel suo pensiero quella che può essere definita una "svolta" in senso nettamente spiritualistico e da quel momento la sua filosofia assume nette connotazioni [[Teologico|teologiche]] in senso [[panenteismo|panenteistico]].
Altra figura importante è [[Karl Jaspers]], che partendo da basi [[psicologismo|psicologistiche]] nelle prime opere approda a una speculazione specificamente filosofica tra il [[1946]] e il [[1962]], su una linea che ripropone alcuni temi che erano già di [[Søren Kierkegaard|Kierkegaard]].
Un momento importante nell'evoluzione del pensiero esistenzialistico è rappresentato dalla presa di coscienza degli orrori della [[Prima guerra mondiale]] e dalla crisi della coscienza intellettuale che si ebbe nell'immediato [[dopoguerra]]. A cominciare dagli anni [[1944]]-[[1945]] è stato l'[[esistenzialismo ateo]] di [[Jean-Paul Sartre|Sartre]] a ricevere le maggiori attenzioni, anche in rapporto al [[marxismo]] da lui abbracciato e sostenuto, mentre la compromissione con il regime [[Nazionalsocialismo|nazista]] da parte di [[Martin Heidegger|Heidegger]] ha pesato notevolmente sulla sua immagine, facendo sì che ritrovasse maggiore attenzione solo negli [[anni 1960|anni sessanta]].
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