Miseria e nobiltà (commedia): differenze tra le versioni

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[[File:Eduardo Scarpetta.jpg|thumb|left|200px|Eduardo Scarpetta]]
L'interpretazione di Totò è ancora oggi ricordata per l'aggiunta di alcune gag e divertenti sequenze da parte dell'attore quali il divoramento degli spaghetti, l'equivoco della macchina fotografica di Pasquale, compare di Felice, e infine la massima di Totò nella lettera per un paesano. Nella prima gag Totò ovvero Don Felice riceve da parte del Marchesino Eugenio l'inizio del pagamento per aver accettato di spacciarsi assieme agli altri per la sua nobile famiglia. In casa di Felice regna la delusione e il desiderio di mangiare più disperati. Tuttavia all'improvviso nel piccolo salotto entrano una moltitudine di cuochi che portano sulla tavola varie pietanze. L'intera famiglia è assai sorpresa e immagina che ciò sia un'allucinazione dovuta ai crampi dello stomaco. Poi Felice tasta il merluzzo e si accorge che tutto era vera; successivamente l'intera famiglia seduta sulle sedie mezze rotte si avvicina pian piano alla tavola in movimenti sincronizzati, fino ad avventarsi ferocemente e con voracità animalesca verso i piatti. Totò agguanta gli spaghetti e se li infila anche in tasca per conservarli.<br>Nella seconda sequenza Totò sostituisce compare Pasquale, recatosi a dare a Gemma la lettera d'amore del Marchesino Eugenio, nel lavoro di fotografo dei turisti. Una giovane coppia in viaggio di nozze si ferma per una fotografia e così Totò dà inizio ad una valanga di equivoci e contrattempi perché non sa come funzioni l'apparecchio. Infine farà andare via infuriata la coppia perché messosi dietro la macchina fotografica sputa in faccia al marito, credendo che tra l'obiettivo e lo spezio vi fosse una macchia.<br>La terza grande gag è quella dello scrivano Don Felice, questo era infatti il suo mestiere, e di un contadino ignorante giunto per una lettera da scrivere a suo nipote. Felice accoglie sorridente l'uomo esaltando la bellezza dell'ignoranza e raccomandando l'uomo di non mandare a scuola i proprio figli, dato che è solo spreco di soldi, di seguito inizia a scrivere le parole dettate in dialetto dal rozzo uomo. Tuttavia alla fine della dettatura Totò manda via a pedate l'uomo perché questi aveva dettato nelle ultime righe di mandarli dei soldi in quanto non aveva nemmeno gli spiccioli per pagare lo scrivano.
 
==Bibliografia==
* Edoardo Scarpetta, ''Miseria e Nobiltà'', CreateSpace Independent Publishing Platform, 2013. ISBN 978-1483924830.
 
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