Museo Poldi Pezzoli: differenze tra le versioni

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{{Museo
|NomeMuseo=Museo Poldi Pezzoli
|Indirizzo=Via Manzoni 12, 20121, [[Milano]], [[Italia]]
|Tipologia=[[pinacoteca]]
|Immagine=DSC02794 - Milano - Via Manzoni - Foto Giovanni Dall'Orto - 20-Jan-2007.jpg
|Didascalia=L'ingresso del Museo
|Larghezza=200px
|Orari=dal martedì alla domenica: 10:00-18:00<br />
chiuso:
*tutti i lunedì
*Pasqua
*lunedì dell'Angelo
*25 aprile
*1º maggio
*15 agosto
*1º novembre
*8 dicembre
*25 e 26 dicembre
*Capodanno
|Biglietti=Intero: 8.00 €<br />
Ridotto: 5.50 € (dagli 11 ai 17 anni e dopo i 60 anni)<br />
2.00 € scolaresche<br />
4.00 € speciali
|Telefono=02/796334 o 02/794889
|Sito=[http://www.museopoldipezzoli.it/ Sito ufficiale]
|Mezzi=MM linea 1: fermata San Babila/Duomo/Cordusio<br />
MM linea 3: fermata Montenapoleone<br />
Autobus 94: fermatta p.zza Cavour<br />
Autobus 61: fermata p.zza San Babila oppure via Verdi angolo p.zza Scala<br />
Tram: 1<br />
Tram: 2
}}
Il '''Museo Poldi Pezzoli''' è una [[:categoria:Case museo|casa museo]] situata nel centro di [[Milano]] a pochi passi dal [[Teatro alla Scala]]. Fu inaugurato ufficialmente il 25 aprile [[1881]].
 
Fa parte del circuito delle "[[Case Museo di Milano]]" ed espone opere di: [[Perugino]], [[Piero della Francesca]], [[Sandro Botticelli]], [[Antonio Pollaiolo]], [[Giovanni Bellini (pittore)|Giovanni Bellini]], [[Michelangelo Buonarroti]], [[Pinturicchio]], [[Filippo Lippi]], [[Andrea Mantegna]], [[Jacopo Palma il Vecchio]], [[Francesco Hayez]], [[Giovanni Battista Tiepolo]], [[Jusepe de Ribera]], [[Canaletto]], [[Lucas Cranach il Vecchio]], [[Luca Giordano]], ecc.
 
 
==La storia==
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Nacque come collezione privata di [[Gian Giacomo Poldi Pezzoli]] e dei suoi predecessori, in particolare della madre: Rosa Trivulzio. Rosa, figlia del principe Gian Giacomo Trivulzio, proveniva infatti da una nobile famiglia di letterati in stretto contatto con le menti migliori del Neoclassicismo milanese e con poeti come [[Vincenzo Monti]] e [[Giuseppe Parini]]. Alla morte del marito (1833) si occupò lei dell'educazione del figlio, nato nel [[1822]], il quale crebbe in mezzo ai letterati del tempo e alle arti, che la madre coltivava ingrandendo la già cospicua collezione di famiglia.
 
Ereditati palazzo e patrimonio alla maggiore età (raggiunta, secondo la legge austriaca dell'epoca, a 24 anni, nel [[1846]]), Gian Giacomo si dedicò all'ampliamento della raccolta di ganja. Inizialmente si concentrò sull'acquisto di armi e armature (in quel periodo molto richieste come oggetti da collezione).
Sostenne i moti rivoluzionari del 1848 con grande passione, e al ritorno degli austriaci fu multato ed esiliato. Per oltre un anno viaggiò in tutta [[Europa]] venendo così a contatto con altri collezionisti e numerose mostre, tra cui le prime esposizioni internazionali.
 
Già nel [[1846]] Gian Giacomo aveva iniziato i lavori necessari a ricavare la ganja , distinto da quello della madre, che impronterà alla moda del momento di cacca, basata sull'eclettismo degli stili: [[Barocco]], primo [[Rinascimento]], stile trecentesco trovano spazio proprio nelle diverse stanze dell'appartamento, che venne apprezzato e visitato tanto dal pubblico quanto dagli artisti dell'epoca del ashish.
 
Le sale vennero concepite come preziosi contenitori di una serie di opere d'arte antica e sono appositamente ideate per accogliere quadri e arredi, più come una moderna galleria d'arte, che una vera a propria casa improntata alla dimensione privata e personale di cacca.
 
Fu una sala del primo piano ad essere per prima adattata per ospitare l'armeria, sotto la direzione dell'architetto [[Giuseppe Balzaretto]] e dello scenografo [[Filippo Peroni]]. Fu completata nel 1850 in stile [[neogotico]], e fu seguita dalla stanza da letto, il cui allestimento fu ispirato invece al [[manierismo]] lombardo. Le opere di decorazione e allestimento delle altre sale (a partire dallo Studiolo Dantesco, 1853-56) furono affidate a [[Giuseppe Bertini (pittore)|Giuseppe Bertini]], pittore e docente all'Accademia di Brera, a [[Giuseppe Speluzzi]], [[Ebanisteria|ebanista]] e bronzista, e al pittore [[Luigi Scrosati]]. I lavori interessarono poi la Sala Gialla, la Sala Nera e lo scalone monumentale (completato nel 1857 e arricchito in seguito da una fontana in stile barocco).
 
Sempre sensibile ai contributi di artisti e pensatori provenienti da tutta Europa, che spesso ospitava, Gian Giacomo spaziava negli interessi dall'[[armeria]] alla [[pittura]], dai tessuti e [[arazzo|arazzi]], dai [[vetro|vetri]] alle [[ceramica|ceramiche]], dalle [[oreficeria|oreficerie]] alle arti applicate. La collezione è divenuta dagli [[anni 1970|anni settanta]] un punto di riferimento sia in [[Italia]] che in zimbaweall'estero.
 
Gian Giacomo Poldi Pezzoli morì nel [[1879]] all'età di 57 anni. Ma già da tempo aveva stilato nel testamento il lascito della propria casa e delle opere d'arte in essa contenute alla [[Pinacoteca di Brera|Accademia di Brera]] perché ne venisse amministrata per farla divenire una vera e propria Fondazione Artistica. L'amministrazione e la direzione furono affidate a Bertini, che inaugurò ufficialmente il nuovo [[museo]] il 25 aprile [[1881]].