Gerardo di Bruxelles: differenze tra le versioni

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Di lui non si conosce né data e luogo di nascita né i dati della sua morte, ma soltanto alcune opere da lui prodotte.
 
Nel ''Liber de motu'', egli riprese la definizione di ''velocità uniforme'' già considerata dal matematico del [[III secolo a.C.]] [[Autolico di Pitane]], e si avvicinò alla moderna definizione di [[velocità]] come rapporto fra due quantità non omogenee quali la distanza e il tempo. Questo fu un avanzamento teorico assai rilevante, poiché un fisico medievale, abituato a seguire la tradizione dei classici, pensava che i rapporti potessero essere formati solo tra quantità omogenee: distanze rispetto a distanze, e tempi rispetto a tempi.<ref>Marshall Clagett, "The Reduction of Curvilnear Velocities to Uniform Rectilinear Velocities," ''A Source Book in Medieval Science'', ed. Edward Grant (Harvard University Press, 1974), 234.</ref><ref>Joseph Mazur (2007), ''Zeno's Paradox: Unraveling the Ancient Mystery of the Science of Space and Time'' (London: Plame), 50&ndash;51.</ref> Recentemente, è stato dimostrato che Gerardo fu anche l'autore del trattato ''Artis cuiuslibet consummatio'', con datazione verso il 1240.
 
Egli contribuì a riportare alla luce le opere di [[Euclide]] e [[Archimede]] e successivamente influenzò il lavoro di ricerca dei "Calculatores" di [[Oxford]] (un gruppo di matematici del [[Merton College]]), svolto tra il 1328 e il 1350.