Guerra totale: differenze tra le versioni
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== Storia ==
Il concetto di ''guerra totale'' nasce a cavallo del [[XIX secolo|XIX]] e del [[XX secolo]] per parte di due alti ufficiali [[Germania|tedeschi]] vissuti in epoche diverse e che teorizzarono due concetti affini, ma con differenze sostanziali: [[Carl von Clausewitz]], che parlò di ''[[guerra assoluta]]'' nel suo trattato ''[[Della guerra]]'', ed [[Erich Ludendorff]], che durante la [[prima guerra mondiale]] assunse il controllo delle strategie nazionali per lo sforzo militare e parlò per la prima volta di ''guerra totale'' nell'omonimo trattato del [[1935]].<ref>{{de}} Albert A. Stahel: Klassiker der Strategie. vdf, 2004, ISBN 3-7281-2920-8, S. 205.</ref><br />
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Diventa dunque chiaro come mai un concetto simile sia stato esplicitato solo dopo la [[rivoluzione industriale]]: l'esponenziale crescita della ricchezza e della produzione di un Paese portarono il costo di certi conflitti ad aumentare radicalmente, soprattutto in termini di materiali, manufatti, [[logistica]]; tanto più da quando l'avvento della [[meccanizzazione]] ha portato un aumento sostanziale della mobilità, ma soprattutto dei costi delle forze armate. Si può ben capire, in un esempio italiano, che una campagna bellica annuale di relativamente bassa intensità come la [[guerra italo-turca]] abbia comportato per l'[[Italia]] un dispendio di energie e soldi minimo, rispetto ad un singolo mese di [[guerra di trincea]] durante le aspre [[Battaglie dell'Isonzo]].
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