Letteratura di consumo: differenze tra le versioni

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Per '''letteratura di consumo''' s’intende, in generale, quel tipo di produzione, [[narrativa]] o [[Poesia|poetica]], realizzata soprattutto in funzione del pubblico cui si rivolge.
 
Almeno in teoria, dunque, si tratta di una letteratura disposta a sacrificare la qualità [[Stile letterario|stilistica]] e contenutistica in favore delle esigenze di un pubblico vasto ed eterogeneo, in maniera tale da conseguire, più che il plauso della critica, il consenso dei lettori.
 
La letteratura di consumo è intesa, in questo senso, come {{letteratura d'intrattenimento}}.
 
==Generalità==
L’espressione «letteratura di consumo» vuole evidenziare il fatto che il fine di essa è, appunto, quello di essere “consumata”, e solo in maniera marginale diventare oggetto di studi critici; estremizzando questa posizione, o riferendosi alle opere meno valide del versante in questione, in molti casi ci si spinge a utilizzare le espressioni man mano più denigranti di letteratura “popolare” (rivolta alla massa, quindi anche ai lettori più superficiali), “d’evasione” (lontana dalla realtà e dunque con fini esclusivamente ricreativi) e “da spiaggia” (utile cioè per trascorrere il proprio tempo libero rilassandosi).
 
La contrapposizione con la letteratura “d’arte”, o letteratura “maggiore”, consiste nel fatto che in quest’ultima lo scopo dell’autore è specialmente quello di produrre testi che siano, prima di tutto, vere e proprie opere [[Arte|artistiche]].
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==Caratteristiche e consuetudini==
Tradizionalmente, a questo tipo di letteratura vengono associate, da un punto di vista stilistico, la semplicità di scrittura e la funzionalità di quest’ultima alla trama.
 
L’autore di opere di consumo, ad esempio, preferisce in generale una [[sintassi]] fluida e lineare e l’utilizzo di un vocabolario più o meno limitato; i periodi complessi sono evitati, e il [[linguaggio]] è quasi unicamente veicolo della narrazione. Ne consegue che i fattori non riguardanti direttamente il succedersi delle azioni e l’intrecciarsi delle vicende (digressioni, introspezioni psicologiche, decorazioni formali, descrizioni, ecc.), e che in più appesantirebbero l’opera rendendola indigesta ad una buona fetta di lettori, vengono messi in secondo piano oppure totalmente ignorati.
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Inoltre, per accondiscendere maggiormente ai gusti di alcune categorie di lettori (ma anche ai propri) gli autori si focalizzano talvolta su un genere specifico, muovendosi esclusivamente nei suoi canoni e stilemi; da qui il prodursi della cosiddetta “[[narrativa di genere]]”.
 
Esemplificando, si può dire che la differenza fra un [[Romanzo giallo|giallo]] di [[Agatha Christie]] (autrice di consumo) e uno di [[Leonardo Sciascia]] (autore letterario) sta nel fatto che nel primo caso lo scopo della storia è il plot stesso, ovvero il piacere di seguire e casomai anticipare il modo d'indagine e la scoperta del colpevole, mentre in Sciascia la struttura giallistica si trasforma in mezzo, e come fini si pongono il ritratto sociale e l'analisi psicologica.
Un genere poetico di consumo – più difficilmente definibile – è teoricamente rintracciabile nelle composizioni dal ritmo più facile e aventi come scopo l’intrattenimento e il divertimento.
 
L'unica possibilità di circoscrivere una letteratura di consumo risulta dunque essere, secondo molti, quella di accostarla al concetto più intuibile di letteratura d'intrattenimento, ovvero un di genere che al di là delle considerazioni stilistiche si definirebbe nel suo scopo, che non è quello di trasmettere un qualsiasi messaggio bensì quello di rendere piacevole la lettura, senza aspirare alla classicità.
 
Un genere poetico di consumo – più difficilmente definibileindividuabile – è teoricamente rintracciabilecostituito nelledalle composizioni daldi ritmo più facile e aventi come scopo l’intrattenimento e il divertimento.
 
==Controversie==
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La controversia nasce dal fatto che non c’è e non può evidentemente esserci una soluzione di continuità, un confine sicuro e tangibile, fra letteratura vera e propria e letteratura di consumo o d’evasione. Questo perché le intenzioni dell’autore non sono sempre chiare, perché scrivere anche consapevolmente in un genere specifico non vuole dire rifiutare trattazioni importanti, perché anche una storia avventurosa può avere risvolti significativi, o perché la storia insegna che anche opere ritenute inizialmente di consumo hanno rivelato, in seguito a nuove letture, stili e tematiche di tutto rispetto.
 
Di queste controversie si sono rese complici anche talune semplificazioni di una parte consistente della critica letteraria, per cui il solo scrivere un’opera "fantastica", ambientata nel futuro o con personaggi irreali, è parso a priori, e senza alcun esame più approfondito, una concessione ad una letteratura di puro intrattenimentodiletto.
 
D’altronde l’evoluzione più recente dei generi (che si tratti di [[horror]], [[fantasy]], [[fantascienza]], [[romanzo poliziesco]], "[[Romanzo rosa|rosa]]", o altro) fa pensare che ormai, lungi dal volersi “ghettizzare”, questi aspirino ad essere riconosciuti a tutti gli effetti come letteratura di primo livello.