Infiltrazione (militare): differenze tra le versioni

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L'infiltrazione attiva per via terrestre viene eseguita a terra con i mezzi più appropriati secondo la disponibilità degli stessi, il terreno, il tipo (ed il comportamento) del nemico e la missione da compiere: a piedi, con mezzi animali o con mezzi a motore.
 
L'infiltrazione a piedi è forse quella più classica nel combattimento moderno, data l'attuale diluizione delle forze normalmente dispiegate sul terreno e potendo essere eseguita anche a corto raggio per compiti tattici a beneficio di comandi, anche a basso livello, da pattuglie di truppe non specializzate: soprattutto quando le linee di schieramento non sono continue (e quando non è sufficiente allo scopo il semplice pattugliamento della "terra di nessuno" tra due opposti schieramenti) non è raro il caso dell'impiego di pattuglie di fanteria che si infiltrino tra le linee avversarie per missioni di ricognizione tattica o per la cattura di elementi avversari da riportare dietro le proprie linee allo scopo di interrogarli. Persino per missioni particolari eseguite da truppe specializzate, a piedi viene spesso eseguita l'ultima parte di un'infiltrazione anche quando quest'ultima prevede l'impiego di altri mezzi per la parte iniziale del movimento (ad esempio quando una pattuglia viene inserita tramite elicottero in una zona controllata dal nemico ed effettua poi, per sicurezza, l'ulteriore avvicinamento occulto alla zona obiettivo a piedi). Il terreno elettivo dove condurre una infiltrazione a piedi è quello "rotto" che presenta il maggior numero possibile di zone che permettono il transito di piccoli gruppi di uomini in modo occulto: presenza di fitta vegetazione (boschi o giungle), anfratti, percorsi non facilmente visibili in quanto la linea di visuale è spesso "coperta" dalla presenza di roccierocce (montagne) ed eventuale presenza di numerosi percorsi la cui sede sia ad una conveniente profondita'profondità (canali d'irrigazione, fossi) che possono essere sfruttati per permettere il passaggio senza esporsi alla vista del nemico. Anche centri urbani (specie se poco abitati o disabitati, anche a causa degli eventi bellici), reti di caverne o reti fognarie si prestano a far parte del percorso di infiltrazione: in ogni caso, in fase di pianificazione della missione, occorre sempre tener presenti le caratteristiche del territorio che deve soddisfare la possibilita'possibilità di mettere in pratica quelle tecniche che permettono di trovare percorsi nascosti alla vista ed, eventualmente, trovare zone di sosta che permettano di vedere senza essere visti.
 
L'infiltrazione con mezzi animali, come cavalli o muli, è ormai desueta negli eserciti moderni: i pochi che ancora li usano (come l'esercito elvetico), lo fanno soprattutto per compiti logistici di approvigionamentoapprovvigionamento per le truppe in terreni particolari, per quanto fosse usuale per i mujaheddinmujahedin afghani muoversi con cavalli all'interno di zone che, formalmente, avrebbero dovuto essere sotto il controllo sovietico durante la guerra in Afghanistan dal 1979 al 1989.
 
L'infiltrazione per via terrestre con mezzi a motore (motocicli o autoveicoli fuoristrada), anche se meno riservata rispetto a quella effettuata a piedi, viene usata qualora gli ampi spazi dell'area obiettivo e le lunghe distanze per raggiungerla siano tali da rendere conveniente (o indispensabile) l'uso di tali mezzi a scapito di una certa "invisibilità": oltre ad essere la norma per i moderni reparti di cavalleria esplorante, esempi importanti di tale tipologia di infiltrazione sono state le penetrazioni/infiltrazioni motorizzate compiute dal LRDG e dal SAS britannici nel teatro nordafricano durante la seconda guerra mondiale e le successive infiltrazioni dello stesso SAS durante l'operazione "Archway", da marzo a maggio 1945 in territorio tedesco. In tempi più recenti, numerose pattuglie motorizzate di forze speciali si sono infiltrate in territorio iracheno nel tentativo di trovare le batterie di missili SCUD durante la guerra del golfo del 1990-91.
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Nel caso di utilizzo dell'elicottero, il distaccamento può prendere terra a seguito dell'atterraggio del mezzo oppure con il mezzo ancora in volo. Nel primo caso si parlerà di "elisbarco" e, una volta rilasciato a terra, il gruppo incaricato della missione proseguirà l'infiltrazione per raggiungere l'area d'operazioni vera e propria adottando uno dei modi previsti per quella terrestre: qualora l'elisbarco fosse fatto direttamente sull'obiettivo (ad esempio nel possibile caso di un raid o di un'operazione di liberazione ostaggi, se così ne fosse previsto lo svolgimento) non si parlerebbe più di infiltrazione ma di "elisbarco d'assalto" vero e proprio.
Con il mezzo ancora in volo, la pattuglia può scendere a terra utilizzando sistemi diversi a seconda della quota di volo dell'elicottero e del fatto che il volo sia rettilineo con il mezzo in movimento o stazionario ("hovering"). Nel caso di "hovering", la pattuglia può semplicemente saltare a terra se la quota è bassissima (un paio di metri al massimo) mentre a quote maggiori, ma sempre limitate a meno di una decina di metri, può effettuare la discesa in corda doppia o la discesa con l'utilizzo del "barbettone" (sistema chiamato "fast rope" dagli anglofoni): in pratica una vera e propria corda di generoso diametro per essere resistente e sufficientemente rigida da permettere la calata del personale con il solo e semplice uso dei propri arti (anche se in addestramento può essere usato anche un moschettone abbinato ad una imbragatura per sicurezza). Questi ultimi sistemi si usano particolarmente quando la "landing zone" (zona di presa a terra o di sbarco) presenta ostacoli che impediscono l'atterraggio effettivo dell'elicottero: queste tecniche sono infatti state inventate e messe a punto dai reparti LRRP (long range reconaissance patrol) americani durante la Guerra del Vietnam per poter scendere a terra anche nel bel mezzo della giungla, sia per evitare zone aperte adatte all'atterragio che, sicuramente, sarebbero state presidiate o quantomeno tenute sotto osservazione da vietcong o da regolari nordvietnamitinord-vietnamiti, sia per aumentare le possibilità di non essere rilevati immediatamente nonostante l'utilizzo di un mezzo rumoroso come l'elicottero.
 
Da quote maggiori, per la presa a terra si usa il paracadute, sia lanciandosi da un velivolo ad ala fissa che da un elicottero e, in quest'ultimo caso, sia in caso di volo rettilineo che stazionario (quest'ultimo utilizzato più in addestramento che in fase operativa).