Antonio Grimaldi Cebà: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Approssimative e scarne le notizie biografiche sulla figura di Antonio Grimaldi Cebà. Nativo di [[Genova]] intorno al [[1534]], la sua famiglia servì dal [[XII secolo]] lo stato genovese in incarichi ufficiale e prestigiosi. Il nome del Grimaldi Cebà compare nel [[1572]] per l'assunzione dell'incarico al Magistrato degli Straordinari e, nel [[1585]], al Magistrato di Terraferma assieme ad [[Agostino Doria]] (doge nel biennio [[1601]]-[[1603]]). Nel tempo, prima di ambire alla carica dogale, fu impiegato ancora in analoghi servizi di stato per Genova. Al futuro doge è registrata la proprietà nel [[1588]] di [[palazzo Grimaldi]] nel [[centro storico di Genova|centro storico]].
 
Facente parte di quella nobiltà considerata "vecchia", venne eletto al titolo dogale il 27 novembre [[1593]]: il trentaquattresimo in successione biennale e la settantanovesima nella storia repubblicana. Così come il suo predecessore, [[Giovanni Agostino Giustiniani Campi]], anche il neo doge Grimaldi Cebà registrò contrasti con l'arcivescovo genovese [[Alessandro Centurione]] tanto che, pur non avendo odi personali, incaricò l'ex doge e ora giureconsulto [[Davide Vacca]] di recarsi a [[Roma]] alla corte di [[papa Clemente VIII]] per portare a conoscenza del pontefice episodi discutibili e "personalismi" del monsignore contro la Repubblica; di li a poco il prelato dovette lasciare la carica arcivescovile della curia genovese.
 
Nella gestione politica e del territorio il mandato del doge Antonio Grimaldi Cebà fu contraddistinto dall'avvio di nuove trattative per l'acquisto del territorio di [[Sassello]] dal castellano-signore Giovanni Andrea Doria, nipote del [[Andrea Doria|celebre ammiraglio onegliese Doria]], che alla fine "cedette" solamente nel [[1616]] dopo l'esborso da parte dei Genovesi di 160 mila fiorini. Non meno facile fu l'acquisizione del [[Marchesato di Zuccarello]] per i contrasti con il vicino [[Ducato di Savoia]].
 
Terminato il biennio il 26 novembre [[1595]], quindi nominato procuratore perpetuo, ricoprì fino alla morte altri incarichi di stato. Morì a Genova nel corso del [[1599]] e trovò sepoltura all'interno della chiesa[[Basilica di San Siro (Genova)|basilica di San Siro]].
 
Nel campo primato sposò Argenta Pallavicini, quest'ultima già moglie di Francesco Cattaneo.