Ideologia: differenze tra le versioni

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L' '''ideologia''' è il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale. <ref name="Ideologia">[http://www.treccani.it/enciclopedia/ideologia/ Ideologia] su [[Enciclopedia Treccani]].</ref>
 
Il termine ''ideologia'' appare per la prima volta nell'opera ''Mémoire sur la faculté de penser'' del [[1796]] di [[Antoine-Louis-Claude Destutt de Tracy]] (1754-1836) <ref>[http://www.jstor.org/pss/2709242 Kennedy, Emmet (1979) ''"Ideology" from Destutt De Tracy to Marx'', Journal of the History of Ideas, Vol. 40, No. 3 (Jul.–Sep., 1979), pp. 353-368 (l'articolo consiste di 16 pagine)] </ref> <ref>[http://www.econlib.org/library/Tracy/DestuttdeTracyBio.html Hart, David M. (2002) ''Destutt de Tracy: Annotated Bibliography''] </ref> con il significato di «scienza delle idee e delle sensazioni».
 
In seguito il termine ha assunto il significato più generico di "sistema di idee" più o meno coerente e organizzato (di volta in volta con connotazioni negative, positive o neutre) soprattutto per opera di [[Karl Marx]] e della sua critica dell'[[idealismo]].
In particolare, il termine è usato in riferimento a ''dottrine politiche, a movimenti sociali caratterizzati da un’elaborazione teorica, a orientamenti ideali-culturali e di politica economica e sociale''.<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/ideologia/ name="Ideologia] su [[Enciclopedia Treccani]].<"/ref>
[[File:Destutt de Tracy Ideologia.jpg|150px|thumb|''Elementi d'ideologia'' ([[1825]]-[[1827|27]])]]
 
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L'"ideologia" si riferisce originariamente agli "''[[idéologues]]''" (ideologi), una corrente di pensiero attiva in Francia tra il [[XVIII secolo|XVIII]] e il [[XIX secolo]].
 
Gli ideologi si riferivano principalmente al pensiero di [[Helvetius]], di [[John Locke]] e di [[Étienne Bonnot de Condillac|Condillac]]. Ricorrendo ad una base fortemente [[materialismo|materialistica]] e utilizzando anche gli studi sulla [[fisiologia]] del [[sistema nervoso]] di [[Pierre Jean Georges Cabanis]] cercavano di indagare l'origine delle idee attribuendola ai dati sensoriali che per successive composizioni avrebbero originato ogni fenomeno psichico. Anche la morale, intesa in senso [[utilitarismo|utilitaristico]], e la politica, concepita in senso [[liberismo|liberistico]], venivano considerate come "ideologia applicata".
 
Gli ideologi, rifiutando la metafisica ed insieme i contenuti ideali del pensiero illuministico, si dedicarono a campi d'indagine ristretti di carattere sociale ed economico ai quali applicavano metodi matematici e statistici allo scopo di ottenere delle previsioni attendibili in settori della realtà umana generalmente ritenuti imprevedibili e impossibili da dirigere razionalmente. <ref> Maurizio Pancaldi, Mario Trombino, Maurizio Villani, ''Atlante della filosofia: gli autori e le scuole, le parole, le opere'', Hoepli editore, 2006, p.256</ref>
 
Per l'opposizione espressa dagli ideologi al suo sistema di governo, [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] trasformò in modo dispregiativo il senso del termine, indicando negli ideologi i "dottrinari", coloro i quali avevano poco contatto con la realtà e scarso senso politico.
[[File:Gros - First Consul Bonaparte (Detail).png|100px|left|thumb|Napoleone Bonaparte primo console]]
Fu a partire da qui che il termine perse la sua connotazione esclusivamente filosofica, acquisendo connotati sempre più vicini alla nozione moderna, assai vicina a quella di [[dogmatismo]].
 
Il significato originario del termine infatti, come metodo del corretto ragionare, discorso razionale sulle [[idea|idee]] assunse un significato peggiorativo con Napoleone, il quale non aveva più bisogno di atteggiarsi a sostenitore delle idee illuministe di questi ideologi, progressisti atei e razionalisti, dei quali si era servito agli inizi della sua carriera. Egli affermava in un suo discorso del [[1812]]:</br />
«È alla ideologia, a questa tenebrosa metafisica che ricercando con sottigliezza le cause originarie, vuole su tali basi fondare la legislazione dei popoli in luogo di adattare le leggi alla conoscenza del cuore dell'uomo e alle lezioni della storia, che vanno attribuiti tutti i mali che ha provato la nostra bella Francia.» <ref> M. A. Toscano. ''Introduzione alla sociologia'', Franco Angeli ed., 2006, pag.266</ref>
 
Il significato originario di ideologia come atteggiamento scientifico si perse così quasi subito come anche il legame al [[materialismo]] e al [[sensismo]] e il termine assunse per ragioni politiche il significato di una visione distorta della realtà con la fallimentare ambizione di voler dare un ordine razionale alla società, di voler fondare scientificamente l'ordine sociale. <ref> [[Raymond Boudon|R.Boudon]], ''Ideologia origine dei pregiudizi'', Einaudi, 1991 pag.37</ref>
 
== L'ideologia in Europa ==
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[[File:Matania Edoardo - Ritratto giovanile di Carlo Cattaneo - xilografia - 1887.jpg|90px|thumb|left|Carlo Cattaneo]]
 
Le concezioni degli ideologi francesi, sia pure con un certo distacco dalle premesse sensistiche, suscitarono interesse anche in Italia con [[Carlo Cattaneo (patriota)|Carlo Cattaneo]] che sosteneva il carattere sociale dell'esperienza umana, considerata come il fondamento di una nuova [[psicologia sociale]].
 
Osservava Cattaneo che se «l'atto più sociale dell'uomo è il pensiero», i risultati di questa attività speculativa presenteranno un «poliedro ideologico», una vastissima varietà di idee e di comportamenti legati alla [[civiltà]], che potranno essere indagati e definiti da una «ideologia sociale» o «ideologia delle genti» intesa come «istoria delle idee nei popoli» così come avevano intuito sia [[Giambattista Vico|Vico]] che [[Hegel]].<ref>N. Bobbio, ''Una filosofia militante: studi su Carlo Cattaneo'', Einaudi, 1971, pag.161</ref>
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=== Karl Marx ===
[[File:Karl Marx.jpg|100px|thumb|Karl Marx]]
Il termine ideologia si trasmette con il significato negativo espresso dalla critica napoleonica di vuota espressione dottrinaria in [[Marx]] ed [[Engels]].
 
Con l'analisi di [[Karl Marx]] <ref>Cfr. ''Sacra Famiglia'', ([[1845]]); ''Miseria della Filosofia'', ([[1847]]); ''Ideologia Tedesca'', ([[1845]])</ref> tutte le teorie filosofiche, politiche, morali, religiose non sono autonome ma, essendo prodotti umani, sono vincolate alle condizioni di vita degli uomini; per cui appaiono autonome solo in una società dove nei rapporti (Verkehr) di produzione, i mezzi per produrre, e l'uso di questi è diviso tra [[classe (sociale)|classi]].
 
In altre parole, l'ideologia è il modo di vedere la realtà della classe sociale dominante.
 
Marx utilizza il termine ideologia anche nel suo significato letterale derivato dalla parola tedesca ''Ideenkleid'', «vestito d'idee» per cui ideologica è ogni concezione che voglia rivestire di idee e principi astratti la concreta realtà dei fatti materiali, mascherandoli e dandone una surrettizia giustificazione. <ref>«Tuttavia Marx ed Engels pensano la parola anche nel senso letterale dell' espressione tedesca Ideenkleid: «vestito di idee».» (Cfr. Lamberto Boni, ''Enciclopedia Garzanti di filosofia e epistemologia, logica formale, linguistica, psicologia, psicoanalisi, pedagogia, antropologia culturale, teologia, religioni, sociologia'', Garzanti, 1981)</ref>
 
Così sono dei puri ideologi i [[sinistra hegeliana|giovani hegeliani]] e i [[socialismo|"veri socialisti"]] tedeschi i quali sostengono che lo scontro delle idee si riflette nella situazione storica dove prevalgono gli ideali superiori.
 
[[Otto Bauer]], [[Feuerbach]], [[Max Stirner]] si illudono quindi che si possa modificare la realtà sociale tramite un'astratta critica delle idee, in nome di un materialismo senza base economica e storica, altrettanto [[metafisico]] quanto l'idealismo hegeliano.
 
L'ideologia dunque nasce dalla separazione di [[teoria]] e prassi che in un secondo tempo Marx approfondì nella concezione di [[struttura e sovrastruttura|sovrastruttura e struttura]]: queste sono legate da un rapporto di complementarità secondo il quale se è vero che le sovrastrutture, teorie filosofiche, economiche, politiche ecc., nascono sulla base delle reali strutture storiche, materiali, della società, è pur vero che queste formazioni ideologiche non rimangono isolate nella loro astrattezza, ma possono tornare a modificare anch'esse la società esistente.<ref> L'illuminismo ad esempio è stato senz'altro la formazione ideologica della borghesia francese che aspirava al potere politico, ma questo complesso di idee e valori non rimase separato dalla realtà, perché esso stesso poi determinò la modifica della struttura storica reale con la Rivoluzione.</ref>
 
=== Antonio Gramsci ===
Una considerazione positiva dell'ideologia si trova in [[Antonio Gramsci]] che la intende come «concezione del mondo», a patto che essa non sia il risultato di astratte teorie individuali, ma strumento di organizzazione delle masse, utile a raggiungere un compromesso tra interessi storici contrapposti. <ref>Cfr. A. Gramsci, ''Quaderni del carcere'', Apparato critico, p. 2641.</ref>
 
=== Georges Sorel ===
Anche [[Georges Sorel]] nelle sue ''Considerazioni sulla violenza'' <ref>Cfr. Georges Sorel, ''Considerazioni sulla violenza'', Laterza, 1970</ref> ritiene che l'ideologia sia un "mito" <ref>Massimo Baldini, ''La storia delle utopie'', Armando Editore, 1994, p.15</ref> che tuttavia è utile come guida e stimolo all'azione politica delle masse, eccitate e stimolate dall’esaltazione di valori.
 
=== Vilfredo Pareto ===
Con gli studi di [[Vilfredo Pareto]] <ref>Cfr. ''Trattato di sociologia generale'', 1916</ref> l'ideologia si contrappone alla [[scienza]] perché le due discipline fanno riferimento a campi opposti: la prima riferisce al campo del sentimento e della fede, la seconda a quello dell'osservazione e del ragionamento. Viene così stabilito un punto importante: la funzione dell'ideologia, che non è altro che la razionalizzazione di sentimenti ed impulsi, è in primo luogo quella di persuadere, cioè di dirigere l'azione.
 
=== Karl Mannheim ===
[[Karl Mannheim]] distingue poi un concetto universale ed uno particolare di ideologia. In senso particolare s'intende per essa l'insieme delle contraffazioni della realtà, che un individuo compie più o meno coscientemente. In senso generale significa l'intera "visione del mondo" di un gruppo umano, per es. una [[classe (sociale)|classe]] che trovandosi in una condizione subordinata aspira ad una trasformazione e in questo senso di parla di "ideologia generale" .
 
La prima va analizzata dal punto di vista psicologico, la seconda da quello [[sociologia|sociologico]]. <ref>Cfr. ''Ideology and Utopia'', 1929, 1953</ref>
 
Nel confronto tra ideologia e [[utopia]] Mannheim ritiene che siano entrambe realtà [[trascendenza|trascendenti]] distinte, delle quali solo la seconda è realizzabile come una realtà che non c'è ma che può essere realizzata: un progetto di realizzazione in anticipo sui tempi ma che spinge all'azione fin d'ora.