Carlo Montuori: differenze tra le versioni

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Di origine [[Molise|molisana]], a dodici anni si trasferì a [[Milano]] dove viveva uno zio che faceva il pittore e il fotografo. Da questi imparò il mestiere e frequentò l'[[Accademia di Brera]].
 
Nel [[1908]] lavorò nello studio di [[Luca Comerio]], suo maestro, mentre l'anno seguente si avvicinò al cinema come cameraman alla ''[[Milano Films]]''.
 
Nel [[1912]], nella casa milanese creò un sistema di illuminazione artificiale, inventandosi un dispositivo che trasmetteva [[corrente elettrica]] e dei carboni legati con un filo di ferro con degli imbuti di latta che fungevano da riflettori<ref>Cfr. A. Lorenzi, ''Milano, il nostro secolo: Letteratura, teatro, divertimenti e personaggi del '900 milanese'', Bramante, 1969, p. 87</ref>. Grazie a questa sua geniale invenzione, da allora fu possibile girare film anche in cattive condizioni meteorologiche.
 
Montuori fu uno dei maggiori fotografi del [[cinema italiano]]. Diresse la fotografia di oltre un centinaio di pellicole, sia nel periodo muto in film come ''[[Il re, le torri, gli alfieri]]'' ([[1917]]), ''[[Saracinesca (film 1921)|Saracinesca]]'' ([[1921]]), ''[[Dante nella vita e nei tempi suoi]]'' ([[1922]]), ''[[Garibaldi e i suoi tempi]]'' ([[1926]]), ''[[Sole (film 1929)|Sole]]'' ([[1929]]), che nel sonoro. Moltissime furono le sue collaborazioni nel periodo sonoro, su tutte quella in ''[[Ladri di biciclette]]'' del [[1948]], capolavoro del [[Neorealismo (cinema)|cinema neorelista]] italiano.