Diocesi di Betlemme: differenze tra le versioni
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|istituita= 3 luglio [[1840]]
|vescovo= ''sede vacante''
|suffraganeadi=[[Patriarcato di Gerusalemme dei Latini|Patriarcato di Gerusalemme]]<
|stato= Terra Santa ([[Francia]])
|regione=
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Il giorno di Natale del [[1100]] [[Baldovino I di Gerusalemme|Baldovino I]] fu incoronato a Betlemme primo [[Re di Gerusalemme]]. All'inizio la basilica fu affidata ad un [[Capitolo (canonici)|capitolo]] di [[canonici regolari]] di Sant'Agostino, governato da un priore.<ref>Riant, ''L'église de Bethléem et Varazze'', p. 552. Chevalier-Lagenissière, ''op. cit.'', pp. 10-11.</ref>
Su richiesta del re e del [[Patriarca (cristianesimo)|patriarca]] [[Gibelino di Arles|Gibelino]], qualche anno dopo [[papa Pasquale II]] eresse la cittadina a vescovado latino: tra il [[1109]] e il [[1110]] fu nominato primo vescovo Aschétin o Anselin, membro del capitolo del [[Basilica del Santo Sepolcro|Santo Sepolcro]] di [[Gerusalemme]]. La diocesi era direttamente sottoposta al [[Patriarcato di Gerusalemme dei Latini|patriarca di Gerusalemme]].<ref>
Nel [[1187]] [[Saladino]] riconquistò Betlemme togliendola ai crociati; il clero latino fu costretto a partire permettendo a quello greco-ortodosso di tornare. Verso la metà del [[1191]] il vescovo Randolph (Raoul II) fu fatto prigioniero dal Saladino e morì in prigione l'anno successivo. Nel [[1192]] il sultano acconsentì al ristabilimento del culto latino con la presenza di due preti e due diaconi latini; tuttavia, l'economia di Betlemme soffrì della drastica riduzione dei pellegrini dall'Europa.<ref name="BMH">{{cita web |url=http://www.bethlehem-city.org/English/City/index.php |titolo=History of Bethlehem |editore=Bethlehem Municipality |lingua=en |accesso=2008-01-22}}</ref>
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===Il trasferimento in Francia===
Tra i diversi possedimenti europei di proprietà del vescovo di Betlemme, c'erano anche dei beni attorno a [[Clamecy (Nièvre)|Clamecy]], in [[Borgogna]], nella contea di [[Nevers]]. Infatti, nel [[1168]] il crociato [[Guglielmo IV di Nevers|Guglielmo IV]], conte di [[Nevers]], aveva promesso al vescovo di Betlemme che se la città fosse caduta in mano musulmana l'avrebbe accolto, lui stesso o i suoi successori, nella cittadina di Clamecy. Nel [[1224]] il vescovo Rainiero, durante un viaggio in Francia, aveva ottenuto dalla contessa Mahaut di Nevers la conferma della donazione fatta quarantasei anni prima dal conte Guglielmo IV.<ref>
Rientrati in madrepatria, i vescovi di Betlemme non sempre risiedettero a Clamecy, per la loro particolare situazione giuridica. Molti di loro divennero [[vescovo coadiutore|coadiutori]] di altri vescovi del regno oppure vicari generali. Svolsero quest'ultima funzione i vescovi Wulfran d'Abbeville per l'[[arcidiocesi di Rouen]], Aimard de La Roche per la [[diocesi di Ginevra]], Bertrand Albergey per la [[diocesi di Mende]]. Molti tra i vescovi del [[XV secolo]] furono vescovi coadiutori: Buisson a [[Diocesi di Autun|Autun]], Pilory ad [[Diocesi di Amiens|Amiens]], Albergey a [[Arcidiocesi di Clermont|Clermont]], Léonard a [[Diocesi di Liegi|Liegi]], Philibert de Beaujeu a [[Diocesi di Auxerre|Auxerre]].
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L'ultimo vescovo a mettere piede in [[Terra santa]] fu probabilmente Guillaume († [[1346]] o [[1347]]), che spese molte energie per raccogliere fondi per il restauro della basilica della Natività di Betlemme; secondo Riant, potrebbe aver raggiunto la sua sede in Oriente dove sarebbe morto.<ref>Riant, ''L'église de Bethléem et Varazze'', pp. 587-588.</ref>
All'inizio del [[XV secolo]] fu regolarizzata la situazione giuridica dei vescovi di Betlemme. Il re di Francia [[Carlo VI di Francia|Carlo VI]], il 9 febbraio [[1413]], concesse ai vescovi di Betlemme gli stessi diritti e le medesime prerogative di cui godevano gli altri vescovi francesi.<ref>
Durante l'episcopato di Arnaud de Limone ([[1436]]-[[1457]]) la cappella di ''Notre-Dame'' fu restaurata e dotata di un [[Capitolo (canonici)|capitolo]] di [[Canonico|canonici]].
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In seguito al [[concordato]] del [[1516]], il diritto di presentare alla [[Santa Sede]] i vescovi di Betlemme fu concessa ai [[Elenco di conti e duchi di Nevers|duchi di Nevers]], fatta salva l'approvazione del re.
L'esistenza canonica dei vescovi di Betlemme a Clamecy, con i loro possedimenti, è solennemente riconosciuta, per la prima volta, da [[papa Clemente VII]] con il [[Breve apostolico|breve]] ''Apostolatus officium'' il 17 agosto [[1524]]<ref>
Nella seconda metà del [[XVI secolo]], tutti i vescovi nominati dai duchi di Nevers non vennero confermati dalla [[Santa Sede]] e dunque non ricevettero la consacrazione episcopale, limitandosi ad amministrare i beni della mensa episcopale. Di fatto la sede betlemmita restò [[Sede vacante|vacante]] per tutto questo periodo.<ref>Chevalier-Lagenissière, ''op. cit.'', p. 199. Secondo Riant, la vacanza della sede fu dovuta al fatto che i re francesi non controfirmarono le presentazioni dei vescovi di Clamecy fatte dai duchi di Nevers, ma sempre contestate dalla [[Santa Sede]] (cfr. ''L'église de Bethléem et Varazze'', p. 597.</ref>
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Con lo [[scisma d'Occidente]] (dal [[1378]]), i [[Papa|papi]] di [[Roma]] iniziarono a nominare dei vescovi di Betlemme in competizione con quelli francesi, nominati dai papi di [[Avignone]]. I vescovi "italiani" tuttavia non poterono mai prendere possesso della loro sede francese e si dovettero accontentare di incamerare le rendite dei benefici che i vescovi betlemmiti possedevano in Italia.
Una volta ricomposto lo scisma ([[1417]]), la serie dei vescovi ''[[In partibus infidelium|in partibus]]'' italiani non fu soppressa, come avvenne per tutte le altre sedi con la doppia (e in alcuni casi tripla) obbedienza, ma continuò fino alla fine del [[XVI secolo]].<ref>
Dopo la soppressione della diocesi di Betlemme a Clamecy, il 3 luglio [[1840]], con il [[breve apostolico|breve]] ''In amplissimo'' di [[papa Gregorio XVI]], agli abati di [[Abbazia territoriale di San Maurizio d'Agauno|San Maurizio d'Agauno]] in [[Svizzera]] fu concesso di portare in perpetuo il titolo di vescovi di Betlemme.
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* Anselme o Anselin II † (prima di marzo [[1128]] - dopo il 12 agosto [[1145]])<ref>Riant, ''L'église de Bethléem et Varazze'', pp. 558-559.</ref>
* Gérard I (o Gérald o Giraud) † (prima di maggio [[1148]] - dopo il 19 agosto [[1153]])<ref>Riant, ''L'église de Bethléem et Varazze'', p. 559.</ref>
* Raoul I (o Ralph o Raulinet) † ([[1155]]<ref>
** ''Sede vacante (1174-1176)''
* Albert † ([[1176]]<ref>Secondo [[Guglielmo di Tiro]], fu nominato nel secondo anno di [[Baldovino IV di Gerusalemme|Baldovino IV]].</ref> - prima di ottobre [[1186]] deceduto)<ref>Riant, ''L'église de Bethléem et Varazze'', pp. 560-562.</ref>
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** Jean Marchand, O.P. † (19 settembre [[1412]] - 11 dicembre [[1422]] deceduto)
* ''Obbedienza romana'':<ref>I vescovi ''"romani"'' furono vescovi meramente titolari. Una volta terminato lo scisma, la [[Santa Sede]] continuò a nominare vescovi italiani o spagnoli, titolari di Betlemme: si creò così una duplice serie episcopale betlemmita, una francese e l'altra italo-spagnola.</ref>
** Giuliano † (circa [[1379]] - [[1380]] dimesso)<ref>
** Giovanni Salvuzzi di Fucecchio, O.F.M. † (29 ottobre [[1380]] - 9 ottobre [[1383]] nominato vescovo di [[arcidiocesi di Lucca|Lucca]])
** William Bottlesham † ([[1383]] - 2 dicembre [[1385]] nominato vescovo di [[Antica diocesi di Llandaff|Llandaff]])
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==Bibliografia==
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*{{fr}} Louis Chevalier-Lagenissière, [http://books.google.it/books?id=faJTAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Histoire de l'évêché de Bethléem''], Paris-Nevers 1872
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*{{fr}} Paul Riant, ''Études sur l'histoire de l'église de Bethléem'', vol. I 1889, [http://daten.digitale-sammlungen.de/~db/0007/bsb00072887/images/ vol. II 1896]
*{{fr}} Paul Riant, ''Eclaircissements sur quelques points de l'histoire de l'église de Bethléem-Ascalon'', in ''Revue de l'Orient latin'', [http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k220815k/f143.image.langEN t. I], pp.
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*{{la}} [http://books.google.it/books?id=9Jd6UdDs2aoC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false Bolla ''Qui Christi Domini''], in ''Bullarii romani continuatio'', Tomo XI, Romae 1845, pp.
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==Collegamenti esterni==
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