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{{Bio
|Nome = Luigi
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Appartiene al gruppo di anarchici abruzzesi conosciuti per la loro combattività come [[Carlo Tresca]], [[Umberto Postiglione]], [[Virgilia D’Andrea]]<ref>[http://www.abruzzoemigrazione.it/e_view.asp?E=177 L’EMIGRAZIONE ABRUZZESE E LA LETTERATURA Virgilia D’Andrea]</ref> (la compagna della vita di [[Armando Borghi]])<ref> [http://www.abruzzoemigrazione.it/c_home.asp?C=4 emigrazione abruzzese]</ref> . Appena diciannovenne ricopre la carica di segretario della [[Pratola_PelignaPratola Peligna#Personalità_legate_a_Pratola_PelignaPersonalità legate a Pratola Peligna|Lega di Resistenza fra gli Artigiani di Pratola Peligna]], fondata l’8 aprile 1902 con [[Carlo Tresca]] e [[Nicola Trevisonno]]<ref>Marco E. L. Guidi ''Marginalismo e socialismo nell'Italia liberale, 1870-1925'' [[Feltrinelli]] Editore , 2001[[ISBN]]2001ISBN 8807990563, 9788807990564 Nicola Trevisonno operaio nato nel 1875 portavoce del pantaleonismo all'interno del [[sindacalismo rivoluzionario]]</ref>
 
 
==Prima emigrazione americana e prima guerra mondiale==
Nel [[1913]] lascia l’Italia per gli USA per raggiungere il fratello Francesco a [[Steubenville]], nell’[[Ohio]]. Qui dirige il periodico «[[Il Telegrafo Marconi]]». Rientra in Italia e viene richiamato alle armi per il conflitto mondiale.
 
Scriverà [[Rocco Santacroce]]: « ''Durante gli anni di guerra incontrò di nuovo Mussolini; lo aveva conosciuto da vicino nei congressi socialisti ma lo riteneva un maniaco, nient’altro che un maniaco. Meta […] amava ricordare che non riusciva a comprendere come mai quel Mussolini, che era vissuto di collette dei compagni per farsi un vestito, ora era tanto spietato. Lo considerava un traditore dell’idea, quel che poi si dimostrò. E perciò mai con lui tentò un approccio, neanche nel periodo peggiore della persecuzione […]. Con Luigi discutevamo a non finire su Bakunin, Costa e Cafiero e, come io mi allontanavo sempre di più dall’infantile positivismo deterministico [lui] si allontanava sempre di più dalla concezione meccanicistica dello Stirner, accettando la concezione del Blanqui della rivoluzione. C’era nella sua mente la sicurezza che il popolo avrebbe un giorno rifatta l’insurrezione del 14 luglio contro la Bastiglia, anche in Italia […] Lo incontravo davanti al negozio, l’immancabile sigaro in bocca, leggendo il giornale anarchico Umanità Nova… fu un socialista-anarchico, seguace del poeta Pietro Gori […] Nel mio ricordo, i suoi giudizi sul caro Trozzi e sul caro Lopardi dell'Aquila erano tutti negativi, fermo com'era nella concezione morale del rivoluzionario in attesa dell’esplosione della collera popolare''».
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Riceve il numero unico «Guerra e Pace» e poi «Volontà», accogliendo in pieno la proposta lanciata da [[Luigi Fabbri]] sulla costituzione dei gruppi del Fronte unico rivoluzionario (FUR).
 
Attivissimo nelle fasi di elaborazione di strategie d’azione comuni e nella partecipazione diretta alle lotte in corso su questioni concomitanti sul piano nazionale e locale, quali il caroviveri, il [[pacifismo]], l’[[antimilitarismo]], le agitazioni contro l’invio dei soldati italiani in [[Albania]], l’emancipazione morale e materiale delle classi subalterne, le libertà e i diritti sindacali, la costituzione dei gruppi insurrezionalisti del FUR<ref>[http://www.fdca.it/AL/AL-sicilia/als0409/aprile09pag3.pdfI Comunisti Anarchici in Italia] </ref> così come elaborati nel congresso dell’[[Unione Anarchica Italiana]] (UAI) di Bologna.
 
Fonda e dirige la locale sezione della [[Lega Proletaria]]<ref>[http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=4941 [[Lega Proletaria]]] </ref>. Al suo fianco gli anarchici [[Panfilo Di Cioccio]], «annoverato fra le persone pericolose per gli ordinamenti nazionali, da tenersi continuamente sorvegliato», [[Luigi Breda]], «uno degli elementi più spinti del movimento sovversivo in Pratola», e [[Francesco Di Pietro]], tutti mossi dalla consapevolezza di trovarsi in minoranza come [[anarchia|anarchici]] ma non come rivoluzionari. Scrive la PS: «''[Luigi Meta] assieme ad altri esaltati, fondò in Pratola Peligna la Lega Proletaria, di cui subito assunse la direzione. L’obiettivo di tale associazione, di carattere prettamente antinazionale, era quello di sottrarre il maggior numero di smobilitati alle altre organizzazioni nazionali e porli sotto il dominio del sovversivismo. Riunì un forte nucleo di scontenti e squilibrati, facendosi coadiuvare da costoro e si accinse alla lotta, svolgendo attivissima propaganda comunista che meglio d’ogni altra si confaceva alle sue finalità, ed incitò la popolazione alla rivolta, cercando di farla trascendere al disordine ed alla violenza. […] Fino a tutto l’anno 1922, si fece notare, per la sua capacità organizzativa, fra gli elementi più accesi e turbolenti''».
 
Nel 1921 costituisce il gruppo anarchico di [[Pratola Peligna]] aderente alla Federazione Anarchica Abruzzese (FAA), attivandosi subito nelle iniziative di solidarietà e sostegno a [[Errico Malatesta]] e ai prigionieri politici.
 
Presiede i lavori del III convegno che la FAA tiene nei locali della sezione repubblicana di Sulmona il 23 ottobre 1921. A convegno risultano rappresentati i gruppi: Sorgiamo! del [[L’Aquila]], Carlo Pisacane di [[Castellamare Adriatico]], Iconoclasta di [[Ortona]], il gruppo anarchico di [[Pratola Peligna]], I Liberi di [[Sulmona]]; inviano invece adesione i gruppi di: [[Avezzano]], [[Castel di Sangro]], Paterno di Celano, [[San Benedetto dei Marsi]] e [[Torre de' Passeri]].
 
Dirigono i lavori Francesco Di Pietro e Luigi Meta del gruppo anarchico di Pratola Peligna e [[Riccardo Sacconi]], che partecipa in rappresentanza dell’Unione Anarchica Italiana e della redazione di «[[Umanità Nova]]». Dopo aver approvato la relazione d’apertura di [[Quirino Perfetto]] in merito all’ultima riunione del consiglio generale dell’UAI tenutasi a Roma, il convegno passa alla discussione dei punti previsti all’ordine del giorno. Dalle osservazioni di [[Quirino Perfetto]], Tullio Lazzarini, Francesco Paglia, Attilio Carlone e Sacconi sul funzionamento e l’efficienza dell’organizzazione emerge la necessità di un potenziamento interno sia della FAA che dell’UAI. Viene abbozzato perciò un accordo sulla base del quale tutti gli iscritti ai gruppi debbano in qualche modo assumere l’onere sia di versare una quota stabilita, «per porre la Federazione in condizione di compiere la propria opera», sia di raccogliere ulteriori fondi anche fra i simpatizzanti. Sulla difficile e pesante questione delle vittime politiche, i presenti si pronunciano in favore di immediate iniziative in sostegno ai due Comitati pro-vittime politiche nazionali di [[Milano]] e [[Roma]], deliberando di attenersi comunque alle indicazioni che verranno stabilite dall’imminente congresso di [[Ancona]]. Dopo l’intervento di Di Pietro in solidarietà a [[Luigi Galleani]] e [[Raffaele Schiavina]], «che tra giorni saranno portati dinanzi ai giudici borghesi», il convegno approva il seguente ordine del giorno:
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Organizza a Pratola lo [[sciopero]] del primo agosto 1922 indetto dall’Alleanza del Lavoro.
 
Nel 1923 la Lega viene sciolta.
 
Dopo l’uccisione di [[Giacomo Matteotti]] riesce ancora una volta a mettere in moto un coordinamento tra i lavoratori antifascisti di Pratola («''dopo il delitto Matteotti, la minoranza parlamentare abbandonò nauseata Montecitorio e si ritirò sull’Aventino. Qualcuno era per l’insurrezione…''»,<ref>Cfr. L. Meta, I Savoia, stirpe di bastardi, «La Controcorrente», Boston, Novembre 1941)</ref>, con l’intento di trasformarlo il prima possibile in organizzazione armata a tutti gli effetti: «''Nel luglio 1924, attorno all’Italia Libera di Angelo Camerini si formò il gruppo antifascista. La fondazione della Sezione Combattenti di [[Prezza]] fu l’occasione. Di tutti i partiti ci unimmo. E quella giornata restò memorabile per Frattaroli G. il capitano degli Arditi, Presutti Davide, per gli Inni di Mameli e di Garibaldi che chiusero la notturna battaglia per quelle stradelle. Poi vennero l’Avv. Tedeschi, Pizzoferrato e Meta e fummo subito fraternamente uniti al di là delle ideologie, per la difesa democratica''».
 
Dal 1925 è soggetto a continui fermi e perquisizioni.
 
Nel dicembre del 1928 si trasferisce a [[Pescara]] con la famiglia, dove si concretizza più volte e per più giorni il pericolo insito nell’inclusione del suo nome nel registro delle persone d’arrestare in determinate circostanze: dal 31 luglio al 2 agosto del 1929, arrestato «in occasione della preannunziata manifestazione sovversiva indetta dall’internazionale comunista e nella stessa occasione la di lui abitazione fu assoggettata a perquisizione»; dal 28 dicembre del 1929 al 2 gennaio 1930 e dal 28 ottobre al 9 novembre del 1930 «''viene fermato per misure di PS previa perquisizione domiciliare che ha dato esito negativo […]. Il Meta è stato rimesso in libertà dopo severo ammonimento […]. Professa tuttora idee comuniste e frequenta spesso compagnie di altri sovversivi''».
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==Esilio in Francia==
Torna a Pratola Peligna nel dicembre del [[1934]]. Eludendo la sua condizione di sorvegliato speciale, la notte dell’11 agosto [[1937]], con il treno per Roma e poi per Torino, si allontana dal suo paese per tentare l’[[espatrio]]. Riesce a raggiungere [[Parigi]]. Iscritto nella Rubrica di Frontiera perché «notissimo comunista schedato». Nella capitale francese si avvicina alla sede dell'''[[Avanti!]]'', alla LIDU, al movimento di [[Giustizia e Libertà]] e aderisce all’Associazione ex-combattenti pacifisti, partecipando all’organizzazione delle manifestazioni di protesta contro il fascismo, contro l’assassinio di [[Sacco e Vanzetti]], e dopo in solidarietà alla Spagna rivoluzionaria. Da un cenno dell’ottobre 1938 si legge: «il noto comunista Meta Luigi sarebbe stato notato alla sede del movimento [[Giustizia_e_Libert%C3%A0Giustizia e Libertà]] in conversazione col noto [[Alberto Cianca]] al quale avrebbe manifestato il desiderio di trasferirsi in America».
 
Nel 2005 Il figlio di Luigi , [[Ego Spartaco Meta]] che fece la [[Resistenza italiana|Resistenza]] nel [[Partito d'Azione]] sarà il promotore dell'iter per intitolare uno spazio pubblico ad [[Alberto Cianca]]
{{quote| Una meravigliosa oasi verde, situata tra via Tuscolana e via [[Palmiro Togliatti]], a Roma, il 18 febbraio scorso ha preso il nome di "Giardino Alberto Cianca". Il merito va a due suoi autorevoli compagni di lotta, quali sono stati – e sono ancora, con lo stesso vigore giovanile del periodo della Resistenza, [[Pietro Amendola]]<ref>[http://www.anpi.it/uomini/amendola_p.htm partigiano politico uno dei figli di Giovanni Amendola]</ref> ed Ego Spartaco Meta}}<ref>[http://www.anpi.it/patria_2005/04_5_05/A8%20-%20INSERTO_Lazio_XXIV.pdf Inserto [[Lazio]]] </ref>
 
==Seconda emigrazione americana==
Ritorna negli USA nel febbraio del [[1939]], ospite a [[Boston]] del fratello Tarquinio (detto Ercolino, poi Lino, dopo aver assunto la cittadinanza americana). Collabora con le redazioni de «La Controcorrente»<ref>su cui scrive [[Giovanna_CaleffiGiovanna Caleffi]] moglie di [[Camillo Berneri]]
[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/296/55.htm Alcune schede tratte dal «Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani»]</ref> di Boston , ''[[L'Adunata_dei_RefrattariAdunata dei Refrattari]]''e «[[Il Martello]]» giornale diretto da [[Carlo Tresca]] a [[New York]], «Il Risveglio» di Dunkirk, N.Y., redatto dal [[Joseph Zavarella]], referente locale del comitato anarchico Pro-Spagna di Parigi. Firma gli articoli con pseudonimi quali Libero Martello, Lume, Lima, nomi di senso compiuto che contengono le iniziali o le finali del suo nome e cognome. A Boston, stringe rapporti con [[Alberto Cianca]], [[Carlo Sforza]], [[Gaetano Salvemini]] e [[Alberto Tarchiani]]. Ricopre l’incarico di segretario politico di quella sezione della [[Mazzini Society]].
 
Come aveva fatto [[Carlo Tresca]],<ref>[[Caso_TrescaCaso Tresca#Analisi|in forte contrasto]] con [[Armando Borghi]] (contrario all' idea di un fronte unito con i comunisti), sia pur essendo da anarchico, era propenso all'ingresso dei comunisti nel comitato antifascista, incluso anche il suo vecchio "nemico" [[Vittorio Vidali]], che peraltro stava già lavorando per un fronte unito antifascista.</ref> si schiera contro sia contro chi tende a render la [[Mazzini Society]] controllata dai comunisti filo stalinisti sia contro [[Caso_TrescaCaso Tresca#Analisi|il riciclaggio]] di ex [[fascisti]] come novelli antifascisti proseguendo , quindi , la sua linea di attenzione verso il fenomeno della penetrazione fascista nelle organizzazioni operaie italo-americane , fenomeno già denunciato e smascherato da Meta sulle pagine de «La Controcorrente» . Continua a scrivere fino alla fine del 1942; la morte lo coglie il 22 gennaio 1943, agli albori dell’anno definitivo del crollo del fascismo, prima di veder realizzato l’impegno della sua esistenza di libertario. Viene inumato nel cimitero non cattolico, nella parte riservata ai “senza dio” dove le fosse, senza fregi ne orpelli, sono contraddistinte da un numero inciso su una piccola mattonella posta sul terreno. Dopo la Liberazione, nel suo paese d’origine via Principe Umberto diviene via Luigi Meta. Ne ricorderà la figura la sezione di Pratola del [[Partito d'Azione]] con la diffusione di un manifesto murale.
 
==Note==