Scultura dedalica: differenze tra le versioni

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== Origine e diffusione ==
Lo stile dedalico si sviluppa nel corso del VII secolo a.C. in seguito ai nuovi contatti della Grecia con il [[Vicino Oriente]] e l'[[Egitto antico|Egitto]] (età orientalizzante). Stando ai ritrovamenti sembra che sculture in pietra di grandezza naturale e più grandi del naturale si ebbero in Grecia solo in seguito ai contatti con l'Oriente, aperto al commercio greco dopo che l'Egitto ebbe conquistato l'Assiria nel 672 a.C.<ref>Cfr. {{Cita|Richter 1969|p. 53|harv=s}}; per Hurwit la data a cui riferirsi e il 664 a.C., cfr. {{Cita|Hurwit 1985|p. 179 e sgg.|harv=s}}</ref> Gli elementi stilistici derivano in primo luogo dagli avori scolpiti siriaci e fenici del IX e dell'VIII secolo a.C., la cui presenza è diffusa, e testimoniata dai ritrovamenti, in tutta la Grecia e soprattutto a Creta.<ref name= OxfDaedalic>{{Cita|Gagarin e Fantham 2010|s.v. ''Daedalic Art''.|harv=s}}</ref> La figura umana dedalica è frontale, i corpi hanno vita stretta e busti triangolari, la parte superiore della testa è piatta, la fronte è bassa con la linea dei capelli dritta, il viso è un triangolo con grandi occhi, incorniciato dai capelli che cadono in massa sulle spalle con divisioni orizzontali o in sottili trecce, secondo uno schema appartenente alla scultura egizia. Per influenza e in uno spirito di competizione con l'arte egiziana le sculture greche cresceranno in dimensione, acquisendo una nuova monumentalità, inizialmente con produzioni in [[calcare]] e in seguito sfruttando, particolarmente nelle [[Lista di isole della Grecia|isole]], i [[Marmo|marmi]] locali.
 
Nel periodo in cui emergeva lo stile dedalico i greci acquisivano la tecnica orientale dello stampo che utilizzavano per la produzione dei [[pinax|pinakes]] e di altri piccoli oggetti votivi i quali rapidamente e uniformemente diffondevano lo stile dedalico in tutta la Grecia. Creta fu un primo e influente centro di produzione: una grande quantità di terrecotte in stile dedalico è stata ritrovata nei depositi di [[Gortyna (Creta)|Gortyna]], Axos e [[Sitia]]. Altri importanti centri sono [[Rodi]], [[Sparta]] e [[Corinto]], ma esempi di arte dedalica in legno, bronzo, avorio, oro, pietra e terracotta sono stati trovati in molte aree greche. La datazione dei lavori dipende largamente da analisi stilistiche e dai collegamenti con la [[ceramica protocorinzia]].<ref name= OxfDaedalic/>
 
== Sviluppo ==
In una prima fase detta protodedalica (700-675 a.C.) gli elementi siriaci e fenici sono resi con una forte eco del precedente [[arte geometrica|periodo geometrico]], come nella statuetta in bronzo dedicata da Mantiklos.<ref>{{cita web |autore=Boston, Museum of Fine Arts |url= http://www.mfa.org/collections/object/mantiklos-apollo-152660 |titolo=Apollo di Mantiklos (Tebe) 03.997 |accesso=5 gennaio 2012 |lingua=en}}</ref> Esempio del primo periodo dedalico (675-655 a.C.) è la piccola sfinge in avorio proveniente da [[Perachora]] (Atene, Museo archeologico nazionale 16519). Il medio dedalico (655-630 a.C.) è il momento in cui si verificano cambiamenti fondamentali per lo sviluppo successivo della scultura greca; ne resta testimonianza in grandi sculture frammentarie cretesi in calcare che sono le prime sculture a tutto tondo in pietra giunte sino a noi ([[Museo archeologico di Iraklio]] 407 e 380);<ref name= OxfDaedalic/> la ''[[Dama di Auxerre]]'' è più piccola, ma ci è giunta invece in ottimo stato e ci offre «un buon esempio della via media degli scultori cretesi, un'immagine plastica chiara e lucida nelle strutture».<ref>{{Cita|Bianchi Bandinelli 1986|scheda 50.|harv=s}}</ref> Al [[Peloponneso]] appartiene il rilievo architettonico calcareo proveniente da Micene ([[Museo archeologico nazionale di Atene]] 2869), con la parte superiore di una figura femminile, originariamente facente parte della decorazione di un piccolo tempio eretto sull'acropoli di Micene; presenta un volto dai tagli netti e precisi a cui può accostarsi il piccolo kouros del Museo archeologico di Delfi, di provenienza cretese, opera che sembra già un passo avanti nella direzione della statuaria arcaica, dotata di una intrinseca monumentalità quanto l'ariballo protocorinzio del Louvre (inv. CA 931). Queste opere sembrano aver già codificato le improvvisazioni delle generazioni precedenti in una struttura equilibrata, decisa nei tagli ma composta entro linee di contorno melodiose;<ref>{{Cita|Bianchi Bandinelli 1986|schede 44 e 128.|harv=s}}</ref> si veda per contro il ''Kriophoros'' in bronzo (640-610 a.C., h 18&nbsp;cm) rinvenuto a Creta ed ora ai [[Musei statali di Berlino]]: tutt'altro che composto, dai lineamenti pesanti, quasi orientali, come orientale è la presenza del perizoma.<ref>{{Cita|Bianchi Bandinelli 1986|scheda 51.|harv=s}}</ref> Alla fine del medio dedalico (630 a.C.) sono stati datati un rilievo calcareo da [[Gortyna (Creta)]] con due figure femminili a grandezza quasi naturale che affiancano una terza maschile al centro (Iraklio 379), il fregio con i guerrieri a cavallo (Iraklio 231) e l'architrave con figure femminili assise, gli ultimi due reperti provenienti dal tempio di [[Prinias]].<ref name= OxfDaedalic/>
 
Forse le prime sculture in marmo greche sono stati i ''perirrantheria'', figure a supporto di larghi e poco profondi bacili che possono superare il metro di diametro (da Sparta, Sparta 3362; da Samo, Musei statali di Berlino 1747).<ref name= OxfDaedalic/> La prima statua a grandezza naturale in marmo è la ''[[Kore di Nikandre]]'' (Atene, Museo archeologico nazionale 1), per molti aspetti conforme al canone maschile egiziano.<ref>{{Cita|Hurwit 1985|p. 191.|harv=s}}</ref> A partire da quest'opera si andranno col tempo definendo i tipi del ''[[kouros]]'' e della ''[[kore (scultura)|kore]]''; procedendo con un metodo imparato dagli scultori egiziani le statue erano scolpite per una visione rigidamente frontale a partire dai blocchi di pietra squadrati, come fossero rilievi da realizzare sulle quattro facce principali. La resa anatomica è semplificata nei nudi maschili, mentre viene nascosta sotto le vesti decorate nelle statue femminili.
 
Il senso di incompletezza e la sottigliezza delle vedute laterali generalmente rilevati nella ''Kore di Nikandre'' sono gli stessi che si trovano in un'opera alla quale viene assegnata solitamente una datazione più alta, la ''Triade delfica di Drero'' (Iraklio, 2445-7), le cui figure risultano ugualmente dotate di uno spessore minimo; la ''Triade delfica'' è composta da tre figure realizzate con la tecnica dello [[sphyrelaton]], tecnica di derivazione orientale<ref>{{Cita|Bertelli 2010|p. 46.|harv=s}}</ref> che consiste nel martellare e inchiodare lamine metalliche su anime di legno intagliato. Una grande figura maschile (h 80&nbsp;cm), probabilmente Apollo, è accompagnata da due figure femminili rappresentanti Artemide e Latona, di dimensioni minori (h 45&nbsp;cm) e identiche tra loro, racchiuse in una forma cilindrica ottenuta grazie all'atteggiamento e alle vesti.<ref>{{Cita|Bianchi Bandinelli 1986|scheda 26.|harv=s}}</ref> Apollo al contrario sembra presentarsi con una difficoltosa volontà di movimento, simile, nel gesto del reggere l'arco, all<nowiki>'</nowiki>''Apollo di Mantiklos'', benché meno convincente.
 
Il primo e medio periodo dedalico si configurano come un periodo di transizione e sperimentazione, di tecniche e materiali, manifestantisi in opere di una certa durezza e rigidità ormai lontane dalla freschezza che ancora si trovava nell<nowiki>'</nowiki>''Apollo di Mantiklos'', verso una direzione in cui la sfida delle dimensioni è solo uno degli aspetti del quale partecipa l'acquisizione di abilità tecniche.
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File:Statue_of_Nikandre.jpg|Kore di Nikandre (Delo), 650 a.C., marmo di Nasso, h 180 &nbsp;cm. Atene, Museo archeologico nazionale 1.
File:Lady of Auxerre Louvre Ma3098 n1.jpg|Dama di Auxerre (Creta), terzo quarto del VII secolo a.C., calcare, h 75 &nbsp;cm. Parigi, Louvre 3098.
File:NAMA Diosa Hera.JPG|Rilievo di Micene, 630-620 a.C. ca., calcare, h 40 &nbsp;cm. Atene, Museo archeologico nazionale 2869.
File:Kouros - delphi.jpg|Kouros di Delfi (Creta), terzo quarto del VII secolo a.C., bronzo, h 19,7 &nbsp;cm. Delfi, Museo archeologico.
File:Plastic_aryballos_Louvre_CA931.jpg|Aryballos protocorinzio (Tebe), metà del VII secolo a.C., h 7.2 &nbsp;cm. Parigi, Louvre CA 931.
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