Foreign Policy: differenze tra le versioni

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In origine, la rivista era un trimestrale; la sua caratteristica editoriale più notevole è data dal suo formato fisico inusuale. Sotto la direzione (1996–2010) del giornalista [[venezuela]]no [[Moisés Naím]] la rivista ha cambiato dal formato trimestrale accademico degli [[anni 1990]] ad uno bimestrale di tipo [[rotocalco]], vincendo nel 2003, 2007 e 2009 il Premio ''National Magazine Awards for General Excellence''.
 
== Contenuti ==
Gli argomenti trattati dalla rivista includono la politica mondiale, l'economia , l'integrazione e le idee. Il [[29 settembre]] [[2008]], il ''[[The Washington Post]]'' ha annunciato di aver acquistato la rivista<ref>[http://www.foreignpolicy.com/story/cms.php?story_id=4482 "The Washington Post Company Acquires Foreign Policy Magazine"] 29/09/2008.</ref> dal ''[[Carnegie Endowment for International Peace]]'' – quest'ultima una fondazione che si presenta come orientata alla promozione e alla cooperazione tra le nazioni e anche alla promozione attiva dell'impegno internazionale degli [[Stati Uniti]].<ref>La [[Carnegie Endowment for International Peace]] fu istituita nel [[1910]] da [[Andrew Carnegie]] e il suo operato non è formalmente associato a nessun partito politico.</ref>
 
La rivista ogni anno pubblica una classifica degli uomini più influenti al mondo; in data 4 gennaio [[2013]] la rivista nomina il presidente russo [[Vladimir Putin]] come il politico più influente al mondo, piazzandolo al secondo posto della sua classifica. La presidenza del [[G20]] da parte della [[Russia]] nel 2013 dovrebbe assistere il presidente russo a mantenere questa posizione.<ref name="Ian Bremmer">{{Cita web | url =http://blog.foreignpolicy.com/posts/2013/01/04/ian_bremmer_vladimir_putin_and_the_russian_media_looking_glass?wp_login_redirect=0 | titolo = Ian Bremmer, Vladimir Putin, and the Russian media looking glass &#124; FP Passport | autore = | data = | lingua = en| accesso = }}</ref> Ma nella classifica del 2013 vi è una curiosità: infatti, il presidente russo Putin occupa il secondo posto, mentre il primo risulta essere vuoto. Secondo il capo del Dipartimento di Politologia della Scuola di economia di [[Mosca]] Leonid Polyakov, ciò è coerente con la difficoltà degli [[Stati Uniti]] ad accettare una supremazia nella leadership mondiale diversa da quella di un americano.<ref name="Ian Bremmer"/>
 
== Contributori ==
[[File:Samuel P. Huntington (2004 World Economic Forum).jpg|thumb|Il [[politologo]] [[Samuel P. Huntington]], uno dei fondatori della rivista]]
I contributori di ''Foreign Policy'' includono il diplomatico statunitense Peter Galbraith, il vincitore del [[Premio Pulitzer]] Tom Ricks, lo scrittore politico [[Stephen Walt]], il [[blogger]] Daniel Drezner, la ''columnist'' del ''[[Los Angeles Times]]'' Rosa Brooks, l'assistente di [[Condoleezza Rice]] Christian Brose, il direttore della [[Commissione d'indagine sugli attentati dell'11 settembre 2001|Commissione Attentati 9/11]] Philip Zelikow, il funzionario del [[Pentagono]] Dov Zakheim, l'assistente di [[politica estera]] di [[John McCain]] Steve Biegun e il giornalista di Washington Josh Rogin (specializzato in [[giornalismo investigativo]]).
 
La rivista ''Foreign Policy'' ha anche un sito web che consente la consultazione degli articoli previa registrazione online.<ref>{{Cita web |autore = | titolo = Foreign Policy - the global magazine of economics, politics, and ideas | url = http://www.foreignpolicy.com/ | data = | accesso=5 gennaio 2013 }}</ref> A partire dal [[2004]], della rivista viene anche pubblicata una versione in spagnolo chiamata: ''[[:es:Foreign Policy en español|Foreign Policy en español]]'' edita dal [[filantropo]] Diego Hidalgo Schnur tramite la sua fondazione ''Fundación para las Relaciones Internacionales y el Diálogo Exterior''.
 
== Note ==