Henry Clinton: differenze tra le versioni

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Con la chiusura della stagione bellica del [[1778]], Clinton considerò le nuove opzioni per il [[1779]]. Pur sentendo che gli inglesi avrebbero tratto giovamento dal ritirare le truppe al confine, l'opinione popolare in madrepatria, così come il re e lord Germain, dettarono ordini in senso inverso. Lord Germain disse che le spedizioni dovevano essere condotte "con spirito e umanità" per distruggere il commercio americano con continui raid nell'area;<ref>Willcox, pp. 256–257</ref> questa strategia era proprio ciò che Clinton non voleva.<ref>Willcox, p. 277</ref> Militarmente, Clinton non rimase comunque con le mani in mano ed ordinò due spedizioni di raid contro Washington, una [[Raid di Tryon|contro il Connecticut]] e l'altra [[Raid di Chesapeake|contro la baia di Chesapeake]],<ref>Willcox pp 274-277</ref>.
 
Già nel [[1779]] Clinton aveva inviato il suo aiutante fidato, il tenente Duncan Drummond, in Inghilterra d modo da accertarsi che le richieste di Clinton venissero prese in considerazione. Drummond riportò però solo notizie negative: malgrado l'intervento ancora una volta del duca di Newcastle, il re si rifiutò persino di considerare le dimissioni di Clinton, dicendo di lui che era "l'unico uomo in grado di salvare l'America".<ref>Willcox, p. 263</ref> William Eden intercedette nel tentativo di migliorare la situazione di Clinton, ma le divisioni politiche nel governo e la prospettiva dell'entrata in guerra della Spagna fece si che Clinton ottenesse ben poco di quanto richiesto.<ref>Willcox, pp. 264–266</ref> Clinton si lamentò più volte anche del mancato supporto della marina dell'ammiraglio [[James Gambier, I barone Gambier|James Gambier]], col quale aveva già avuto difficili relazioni di lavoro. Egli inviò quindi a Londra una lista di ammiragli che aveva pensato avrebbero potuto lavorare facilmente con lui; nessuno di questi venne prescelto e Gambier venne rimpiazzato temporaneamente da [[George Collier]] prima dell'arrivo definitivo di [[Mariot Arbuthnot]].<ref>Willcox, pp. 273–274</ref>
 
Dopo il raid di Chesapeake, Clinton aveva allontanato gli americani da un punto chiave per l'attraversamento del fiume Hudson, [[Stony Point]]. Clinton aveva sperato che, con l'attesa di rinforzi dall'Europa, avrebbe potuto quindi attaccare l'esercito di Washington forzandolo a ritirarsi verso le aree montuose ben difese.<ref>Johnston, pp. 43–44</ref> Ad ogni modo, i rinforzi, incluso l'ammiraglio Arbuthnot, tardarono ad arrivare e Stony Point venne [[Battaglia di Stony Point|ripresa]] dagli americani dopo che Clinton aveva indebolito le difese del punto per i raid del Connecticut. Gli americani scelsero di non fortificare Stony Point e per questo poco dopo Clinton lo rioccupò. Ad ogni modo, gli oppositorio di Clinton sfruttarono il successo americano per criticarlo, definendolo "indeterminato" e "flebile".<ref>Willcox, p. 278</ref> [[Battaglia di Paulus Hook|Un'azione simile]] contro un avamposto britannico nel New Jersey gli fornì nuove munizioni ed innalzò il morale britannico.<ref>Willcox, p. 279</ref> Altre azioni da New York vennero rese impossibili dalla necessità di uno squadrone navale per difendere l'avamposto britannico di [[Penobscot Bay]].<ref>Willcox, p. 281</ref>