Atti di Paolo e Tecla: differenze tra le versioni

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La vicenda riprende la forma tipica dei [[romanzo greco|romanzi greci]] di età [[Letteratura ellenistica|ellenistica]]: vi sono le peripezie della giovane e ricca eroina, i salvataggi straordinari e la difesa della propria castità insidiata, ma trasfigurati in forma cristiana, per cui, al posto delle vicende amorose dei due protagonisti, si trova la conversione di Tecla in seguito all'ascolto della parola di Paolo e l'intervento miracoloso di Dio che protegge la santa condannata al martirio.
 
Il testo è caratterizzato da una marcata difesa della [[castità]]: a Iconio dove avviene la conversione di santa Tecla, san Paolo viene portato in giudizio con l'accusa di aver traviato le fanciulle della città che non volevano più sposarsi e quanto viene riportato della sua predicazione è incentrato intorno a questo tema. Questa posizione sembra differente da quella autentica del santo: nella [[Prima lettera a Timoteo]] (4.1-3) si condanna per esempio esplicitamente la negazione del matrimonio. Tuttavia il testo attesta un'interpretazione del II secolo dell'insegnamento di Paolo esistente nel [[II secolo]].
 
Contemporaneamente sembra essere l'espressione di una posizione meno subordinata delle donne nell'ambito del cristianesimo delle origini: santa Tecla viene inviata da Paolo a predicare e convertire (ed è venerata dalla [[Chiesa Ortodossa]] come"protomartire" e "isoapostola", pari agli apostoli), è difesa dalle donne di Antiochia di Pisidia e raccoglie intorno a sé le altre donne a Seleucia. Tertulliano (''De Bapt.'', 17) si lamentava che alcuni Cristiani di [[Alessandria d'Egitto|Alessandira]] seguendo questo testo rivendicassero la possibilità per le donne di battezzare e di insegnare in chiesa.