Bibracte: differenze tra le versioni

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[[File:Bibracte Dumnorix.jpg|thumb|Il [[vergobret|capo]] [[Edui|eduo]] [[Dumnorige]], fratello del druido [[Diviziaco]], con la tromba celtica da guerra (''[[carnyx]]'') e il tipico scudo celtico oblungo con spina mediana e [[Umbone (arma)|umbone]] metallico. ''Musée de la civilisation celtique'' di Bibracte.]]
 
Il sistema politico degli [[Edui]] è stato ricostruito essenzialmente grazie alle indicazioni disseminate nei ''[[De bello Gallico|Commentarii]]'' di Cesare. A capo dello comunità edua siedevasedeva un [[senato]] cui prendeva parte un solo membro di ciascuna famiglia aristocratica edua. Quello che oggi chiamiamo ''[[potere esecutivo]]'' era in mano di una figura chiamata [[vergobret]]o, una forma di [[magistrato|magistratura]] suprema, che esercitava le sue funzioni per un anno. Durante questo periodo gli era però interdetto di oltrepassare le frontiere del territorio, cosa che gli impediva di guidare l'esercito all'esterno dei limiti territoriali.<ref name="institutions">Christian Goudineau et Christian Peyre, ''Bibracte et les Éduens. À la découverte d'un peuple gaulois'', éditions Errance, 1993, p. 81-83.</ref> Questa misura, insieme a quella che autorizzava un solo seggio senatoriale per famiglia aristocratica, mirava sicuramente ad impedire la concentrazione di potere nelle mani di un solo individuo o di una famiglia. Il vergobreto era eletto pubblicamente da un consiglio composto da [[druidi]]. Presso gli Edui, sembra che il vergobret esercitasse anche un ruolo giudiziario visto che Cesare riporta che egli aveva «diritto di vita o di morte sui suoi concittadini». Infine, si pensa che il vergobret fosse responsabile dell'amministrazione del territorio.<ref name="institutions"/> Cesare precisa che sono i [[druidi]] ad esserne investiti. Riferendosi alla loro dottrina: {{Quote|Essi ritengono che non sia permesso affidarla alla scrittura, mentre per tutto il resto, atti pubblici o privati, si servono dell'[[alfabeto greco]].|[[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]]. ''[[De bello Gallico]]'', <small>VI</small>, 14}}
 
Nessuna indagine archeologica è riuscita finora a restituire uno di tali atti, i cui supporti, in legno ricoperto di cera, erano estremamente deperibili.