Luisa Granito: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 21:
 
== Biografia ==
=== L'infanzia e l'istruzione ===
[[File:Villa Ricciardi da Via S.Domenico.JPG|thumb|250px|[[Villa Ricciardi]]; nel rinomato quartiere napoletano del [[Vomero]], fu dal [[1817]] la casa di Luisa Granito e della sua famiglia, nonché uno dei salotti più in vista della Napoli settecentesca.<ref>{{Cita|Angela Russo, 2006|pag. 33}}</ref>]]
[[File:Championnet a Napoli.gif|thumb|250px|I giorni concitati di Napoli nel [[1799]] in un dipinto del [[XIX secolo]].]]
Line 28 ⟶ 29:
{{Citazione|... a chi chiedevale, perchè tanto corruccio,<br /> ho la bocca, rispondeva, e non deggio parlare,<br /> ho gli occhi e non guardare,<br /> le gambe e non muovermi,<br /> i piedi e non camminare,<br /> ho tutto e non ho nulla;<br /> e non ho io ragione di piangere?|Luisa Granito in ''L'Istitutore e prose e poesie inedite o rare d'italiani viventi, [[1838]]<ref>{{Cita|L'Istitutore, 1838|pag. 159}}</ref>}}
 
Luisa ricevette dunque una severa educazione fin dall'infanzia. La sua istruzione rispetto a quella delle altre donne del tempo, soprattutto se non erano di rango nobiliare, fu più completa e poté imparare diverse lingue come il [[Lingua latina|latino]] e il [[Lingua francese|francese]], studiare matematica, lettere e [[musica]].<ref>{{Cita|L'Istitutore, 1838|pag. 160}}</ref> La sua formazione religiosa venne affidata, sotto sua espressa richiesta al [[vescovo]] [[Bernardo della Torre]], un religioso di idee patriottiche che si occupò non solo di fornire a Luisa le nozioni sulla religione cristiana ma le indicò anche quali libri leggere e correggendola nei suoi scritti.
 
=== La rivolta napoletana del 1799 ===
Ben presto il rapporto tra il padre confessore e Luisa divenne amichevole fino al punto che questa, durante le vicende della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]] nel [[1799]], riuscì a salvargli la vita opponendosi alla [[condanna a morte]] che il re [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]] gli aveva inflitto. Oltre il vescovo aiutò anche altri patrioti napoletani.<ref>{{Cita|Angela Russo, 2006|pag. 29}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.cdlstoria.unina.it/storia/dipartimentostoriaold/donne/invisi/profili/granito.htm|titolo=Il Risorgimento invisibile - Luisa Granito}}</ref> Luisa può quindi definirsi una donna di chiare idee politiche con una solida istruzione alle spalle.
 
In quei giorni concitati per la Repubblica Napoletanea, Luisa salvò dalla furia del popolo anche una sua cara amica, la [[duchessa]] di [[Popoli (Italia)|Popoli]] [[Maria Antonia Carafa]], definita dallo storico patriota partenopeo [[Pietro Colletta]] come una delle "''madri della patria''"<ref>{{Cita|Angela Russo, 2006|pag. 25}}</ref> trovandole rifugio presso la casa di Aurora Prevetot, findanzata del noto patriota [[Vincenzio Russo]], uno dei massimi esponenti del [[giacobinismo]].
 
=== La vita sociale e gli ultimi anni ===
All'età di 31 anni Luisa sposò, contro il volere dei suoi genitori, il [[conte]] [[Francesco Ricciardi]] dal quale ebbe cinque figli;