Usurpatori dell'impero romano: differenze tra le versioni

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{{F|storia|gennaio 2011}}
 
Questa è una '''lista degli usurpatori dell'impero romano''', ovvero una lista di imperatori considerati "illegittimi", perché autoproclamati, postisi a capo di rivolte, o, soprattutto nel [[Basso Impero|basso impero]], nell'epoca del massimo potere dell'esercito, eletti al titolo imperiale dalle proprie truppe. L'illegittimità risiede nel fatto che tali imperatori, pur controllando effettivamente per un certo periodo una porzione di territorio dell'impero, solitamente circoscritta, si ponevano al di fuori della normale successione, che poteva avvenire in vari modi, ma, almeno nei periodi in cui regnavano nello stato la pace e l'ordine politico e sociale, sempre nell'ambito di un '''usus''' consolidato (successione dinastica di padre in figlio - anche per adozione - con designazione da parte dell'imperatore in carica del proprio erede, oppure nomina da parte di organi ufficiali dello stato, come il [[senato]]; in alcuni casi, dopo lotte tra vari pretendenti, come nel [[68]]-[[69]] o nel [[193]], il nuovo principe veniva poi comunque riconosciuto formalmente nello '''status quo''', una volta ristabilito l'ordine).
 
L'usurpatore si configurava pertanto chiaramente come un sovvertitore che si metteva contro il potere centrale, non sempre necessariamente con la velleità di detronizzare l'imperatore in carica a Roma e subentrargli.
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Questa caratterizzazione diviene però molto più sfumata in periodi di grave crisi politica, dove la stessa successione "legittima" non è sempre chiara; ciò è vero in modo particolare durante la [[Crisi del III secolo|crisi del III secolo]], nel periodo più difficile della quale, l'impero si trovò addirittura diviso in tre parti, con successioni parallele di imperatori. Di solito per questo periodo si considerano legittimi i sovrani, spesso avvicendatisi tra loro in modo poco chiaro o comunque non lineare, che ebbero il controllo di Roma e della maggior parte dei territori dell'impero (nei circa quindici anni, [[260]]-[[274]], in cui l'impero fu diviso in tre a causa di secessioni, ciò equivale alla porzione centrale e più vasta dell'impero, senza cioè l'occidente e l'oriente).
Si considerano perciò legittimi, dal [[235]] al [[284]]: [[Massimino il Trace]], [[Gordiano I]], [[Gordiano II]], [[Balbino]], [[Pupieno]], [[Gordiano III]], [[Filippo l'Arabo]], [[Decio]], [[Treboniano Gallo]], [[Emiliano]], [[Valeriano]], [[Gallieno]], [[Claudio II il Gotico]], [[Quintillo]], [[Aureliano]], [[Tacito]], [[Floriano]], [[Probo]], [[Caro]], [[Carino]], [[Numeriano]].
I rimanenti imperatori testimoniati per questa epoca, molti dei quali sono noti unicamente da fonti [[numismatica|numismatiche]], che regnarono nell'[[Impero delle Gallie|'''Imperium Galliarum''']], nel [[Regno di Palmira]], oppure, in momenti diversi, in varie zone perlopiù circoscritte dell'impero, sono considerati usurpatori.
 
== Lista degli usurpatori ==