Economisti classici: differenze tra le versioni

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Il [[1776]], anno di pubblicazione de ''[[La ricchezza delle nazioni]]'' di [[Adam Smith]], è convenzionalmente considerato l'inizio della scuola classica, che offrirà contributi fino alla seconda metà del [[XIX secolo]]. Sempre convenzionalmente, la successiva scuola dell'[[economia neoclassica]] (o [[marginalismo]]) si data dal [[1871]]-[[1874]], anni di pubblicazione delle prime opere sistematiche di [[William Stanley Jevons]], [[Carl Menger]] e [[Léon Walras]]. Ostile, e contemporanea, ad entrambe fu la [[scuola storica tedesca]] dell'economia.
Secondo la teoria Classica (o Liberista), il lavoro è dato da forze automatiche (teoria della mano invisibile). infatti, secondo i classici, il mercato libero funziona automaticamente, si regola da solo senza l'intervento dello Stato. Quindi, la domanda e l'offerta si incontrano da soli.Tuttavia, lo stato deve assicurare la defesa, la giustizia e deve occuparsi delle opere pubbliche.Un altro grande esponete del Liberismo fu David Ricardo che studiò a lungo il settore primario. Ricardo si basava su un particolare schema.
Immaginiamo una torta divisa in tre parti uguali. La prima parte sono i salari, che spettano ai lavoratori.
Secondo Ricardo, i salari tendono a stabilizzarsi a livello di sussistenza. Se aumentano i salari, c'è più benesere e aumenta la popolazione, quindi aumenta anche la forza lavoro e diminuisce il prezzo. Se il prezzo diminuisce, anche i salari diminuiscono e con esso anche la popolazione e la forza lavoro, quindi aumentano i salari.
La seconda parte è la rendita, che spetta ai proprietari terrieri. Secondo ricardo, la rendita è destinata sempre ad aumentare.
Infine abbiamo il profitto, che spetta ai capitalisti. Questo, invece, è tende sempre a diminuire.
La somma dei salari, delle rendite e dei profitti daranno il prodotto totale.
Questo schema porterà ad uno stato stazionario.
 
 
 
== Principali economisti classici ==