Nouvelle Vague: differenze tra le versioni

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Il primo spunto al movimento fu offerto da ''[[Le coup du berger]]'', di [[Jacques Rivette]], del [[1956]], che nel rifiuto del cinema francese ufficiale si ispira al periodo dell'occupazione tedesca della [[Francia]] e alla scoperta entusiasta, all'indomani della guerra, del cinema americano.
 
Il primo film della Nouvelle Vague viene considerato [[Le beau Serge]] ([[1958]])<ref>[[Leonard Maltin]], ''Guida ai film 2009'', Baldini Castoldi Dalai, Milano 2008, p. 217. (L. Maltin, ''Leonard Maltin's Family Movie Guide'', Dutton/Signet, 1999/2008)</ref><ref>Aa.Vv., ''57. Mostra internazionale d'arte cinematografica'', Castoro, 2000, p. 1993. </ref><ref>Margaret Butler, ''Film and community in Britain and France: from La règle du jeu to Room at the top'', I.B. Tauris, New York 2004, p. 84. </ref>, il film d'esordio di [[Claude Chabrol]], mentre un primo vero riconoscimento ufficiale del movimento avverrà l'anno successivo, nel [[1959]], con la vittoria al [[Festival di Cannes]] de ''[[I quattrocento colpi]]'' di [[François Truffaut]].
Il trionfo accademico di un regista della Nouvelle Vague spinse il cinema francese a mettersi per la prima volta in discussione; centinaia di produttori “classici” davanti al successo di un film talmente anomalo si trovano incredibilmente a porsi domande su come produrre film dello stesso genere.
 
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Ma già dall’autunno del 1960 la Nouvelle Vague conosce l’insuccesso di pubblico e comincia a gettare i produttori nel panico; il cinema tradizionale riprende il posto di centralità che aveva lasciato e fa della Nouvelle Vague il nuovo oggetto di derisione. Da ciò consegue che durante tutto il decennio del 1960 il cinema francese si sviluppa all’insegna della tradizione eccezion fatta per i lavori di [[Jean-Luc Godard]], che prolunga e radicalizza lo spirito della Nouvelle Vague. Ma Godard è un caso isolato: [[Claude Chabrol]] gira unicamente su commissione, [[François Truffaut]] si è esiliato in [[Gran Bretagna]], [[Eric Rohmer]] e [[Jacques Rivette]] lavorano solo a sprazzi.
 
Oggi più di qualche critico cinematografico si chiede se i film della Nouvelle Vague siano stati davvero cosicosì innovativi come si è creduto fino a qualche decennio fa e addirittura che molti di quei registi che in quel periodo venivano osannati non siano cosicosì fondamentali come si è creduto per molto tempo. Questo ridimensiona molto l'intero periodo, rivalutando invece il periodo francese classico degli anni quaranta, poco apprezzato all'epoca ma invecchiato secondo alcuni critici molto meglio del periodo della Nouvelle Vague. Tra le varie critiche quella mossa da Alberto Crespi, critico dell'Unità che rivaluta il periodo precedente ai film di Truffaut e e Godard accusando i «giovani turchi» dei Cahiers, all'epoca ancora critici, di aver disprezzato anche in larga misura i registi precedenti anche per un odio politico, visto che si trattava di registi che in qualche misura si erano compromessi con il regime di Vichy e quindi allontanandosi dal parere puramente critico oggettivo. E sempre Crespi aggiunge: «La Nouvelle Vague ha festeggiato in questo 2009 i 50 anni. Barando: se il primo film Nouvelle Vague è l'esordio di Chabrol (Le beau Serge, 1958), e su questo quasi tutti sono d'accordo, i 50 anni sono scaduti nel 2008. Forse i tempi sono maturi per rivedere i film di Duvivier (ma sì, anche il primo Don Camillo…) e per dire che la Nouvelle Vague è molto sopravvalutata. Cominciamo a farlo noi. Qualcuno, magari, ci seguirà.»
 
== L'eredità ==