Gaston de Foix-Nemours: differenze tra le versioni

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=== "La folgore d'Italia" ===
Assicurata la Lombardia, il Foix mosse verso sud dove l'esercito ispano-pontificio posto sotto il comando del [[Raimondo de Cardona (generale)|Viceré di Napoli Raimondo di Cardona]] aveva riconquistato tutte le terre del [[Ducato di Ferrara]] oltre il [[Po]]. L'armata radunata a [[Imola]] contava un migliaio di uomini d'arme spagnoli, 800 ginetti, 8.000 fanti e numerose artiglierie, più un nutrito seguito di baroni e signorie del [[Regno di Napoli]] al seguito del [[Raimondo de Cardona (generale)|viceré]]; a questi si aggiungevano 800 uomini d'arme, 800 cavalleggeri e 8.000 fanti forniti dal [[Papa Giulio II|papa]] e guidati da [[Fabrizio I Colonna|Fabrizio Colonna]] e [[Marcantonio I Colonna|Marcantonio Colonna]], poiché il generale [[Prospero Colonna (condottiero)|Prospero Colonna]], sdegnato di dover servire sottoposto al [[Raimondo de Cardona (generale)|Cadorna]], si disse indisponibile a guidare l'esercito. Con queste forze il [[Raimondo de Cardona (generale)|vicerè]] decise d'assedire bologna[[Bologna]], dove Gaston de Foix aveva inviato [[Odet de Foix]] con 2000 [[lanzichenecchi]] e 200 [[Lancia (unità militare)|lance]]. L'esercito francese, raccolto a [[Finale Emilia|Finale]] si mosse all'alba, sotto una bufera di neve ed entrò l'indomani per [[Porta San Felice]] a [[Bologna]], contava di 1300 [[Lancia (unità militare)|lance]], 6.000 [[lanzichenecchi]] e 8.000 tra fanti francesi e italiani. Saputa la venuta dei francesi, [[Raimondo de CradonaCardona (generale)|Raimondo de Cardona]] si ritirò a [[Imola]]. Liberata così [[Bologna]] il Foix proseguì verso [[Brescia]], appena presa dai veneziani. L'avanzata francese fu rapidissima malgrado le nevi e il freddo, tanto che colse l'esercito veneziano ancora disorganizzato e ancora disperso. Un primo scontro fu nelle vicinanze d'[[Isola didella Scala]]. Gaston de Foix schierò 700 uomini d'arme e 3000 fanti contro 300 uomini d'arme, 400 cavalleggeri e 12000 fanti al comando di [[Giampaolo Baglioni]]. Le cariche della cavalleria francese ruppero gli squadroni veneziani che volti in fuga lasciarono sul campo due cannoni e quasi 300 tra morti e feriti. L'avanzata continuò rapida fino a [[Brescia]], non appena fatto campo il Foix ordinò immediatamanteimmediatamente l'assalto delle mura cittadine presso la Porta della Pustrella, che fu facilmetefacilmente presa. Il giorno dopo furono dettate le condizioni alla città, il Foix si diceva disponibile a salvare beni e popolo eccetto i veneziani, ma [[Andrea Gritti]] rifiutò.
 
==== Assedio di Brescia ====
La mattina del 18 febbraio 1512 Gaston de Foix scelse 400 uomini d'arme appiedati e 6.000 tra guasconi e [[lanzichenecchi]] econ i cui penetrò nella città senza troppi intralci, poiché i soldati veneziani e la guarnigione cittadine si era ritirata nel [[Broletto (Brescia)|Palazzo del Broletto]]. La battaglia fu feroce e alla fine i veneziani cedettero, nel frattempo l'esercito francese entrava tutto nella città. Il Foix aveva espressamente ordinato che finché fossero continuati i combattimenti nessuno si abbandonasse a saccheggi, pena la morte. Dei 500 uomini d’arme, 800 cavalli leggeri, 8000 fanti schierati dai veneziani ne morirono circa 8.000; i caduti francesi furono 5.000. Nella battaglia rimase gravemente ferito il [[Pierre Terrail de Bayard|Cavalier Baiardo]] e il comandante [[Jacques de La Palice|La Palice]].
 
Conquistata la città il Foix acconsentì al saccheggio che fu particolare cruento, molti bresciani furono passati a fil di spada. [[Andrea Gritti]] fu imprigionato, Luigi Avogaro e i figli Pietro e Francesco vennero pubblicamente suppliziati mentre la città veniva volutamente abbandonata alle razzie dei soldati.
 
Della celerità straordinaria della campagna del Foix dice il [[Francesco Guicciardini|Guicciardini]]:
 
''"Fu celebrato per queste cose per tutta la cristianità con somma gloria il nome Fois, che con la ferocia e la celerità sua avesse, in tempo di quindici dì, costretto l'esercito ecclesiastico e spagnolo a partirsi dalle mura di Bologna, rotta alla campagna Giampaolo Baglioni con parte delle genti de' viniziani, recuperata Brescia con tanta strage de' soldati e del popolo; di maniera che per universale giudicio si confermava, non avere, già parecchi secoli, veduta in Italia nelle opere militari una cosa somigliante."''