Tyrrell 006: differenze tra le versioni

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La '''Tyrrell 006''' fu una [[monoposto]] del team [[Tyrrell]] che corse dalla fine della stagione [[Campionato mondiale di Formula 1 1972|1972]] al [[Campionato mondiale di Formula 1 1974|1974]] vincendo il titolo piloti [[Campionato mondiale di Formula 1 1973|1973]] con [[Jackie Stewart]]. La 006 è stata la prima Tyrrell ad essere prodotta in più di un esemplare, infatti fino alla [[Tyrrell 005|005]] la sigla indicava semplicemente il numero di telaio progressivo. In tutto la 006 è stata prodotta in tre esemplari ed è stata l'ultima vettura a consegnare alla Tyrrell un titolo iridato piloti.
 
==Sviluppo==
La vettura fu progettata da [[Derek Gardner]] e rappresentava una leggera evoluzione della 005. La 006 non si distingueva per soluzioni all'avanguardia o per caratteristiche estreme, come la rivale [[Lotus 72]], ma risultava una vettura piuttosto convenzionale pur essendo molto competitiva. Era equipaggiata con la classica accoppiata [[Ford Cosworth DFV|Cosworth DFV]] e trasmissione [[Hewland]], tipica dei costruttori inglesi a cavallo degli anni '60 e '70, che garantiva buone prestazioni, costi contenuti ed un'elevata affidabilità tanto che in tutta la stagione 1973 solo Stewart ruppe il motore in occasione del warm up del [[Gran Premio d'Italia 1973|GP d'Italia 1973]]. Gli unici altri problemi subiti nell'arco dell'anno furono un guasto ai freni in Spagna e un problema al cambio in Inghilterra per Stewart e la rottura di una sospensione per Cévert in Austria. La potenza erogata dal propulsore era di 450 cv. Ciascuna delle due teste a quattro valvole per cilindro era dotata di sopratesta, nel quale erano ricavati gli alloggiamenti per le punterie a bicchiere e i supporti per i due alberi a camme. Questa soluzione fu adottata per semplificare la realizzazione delle testate e rendere più agevole gli interventi meccanici. Il rapporto di compressione era 11:1 e l'alimentazione e l'accensione erano di origine Lucas. L'alessagio era di 85,7  mm e una corsa di 64,8mm. Le canne dei cilindri erano riportate in umido e i pistoni erano ottenuti per forgiatura. Gli alberi a camme erano azionati da due cascate di ingranaggi. Il telaio era un monoscocca in alluminio mentre le sospensioni avevano molle con configurazione inboard, cosicosì come l'impianto frenante. Ciò si spiega in quanto erano state create prese d'aria specifiche per il loro raffreddamento.
Esteticamente si riconosceva per la vistosa presa d'aria alle spalle del pilota, il massiccio alettone anteriore all'interno del quale era inglobato il radiatore dell'olio e per i radiatori dell'acqua posti ai lati della scocca, seguendo una tendenza inaugurata dalla Lotus. La presa d'aria fu una soluzione assai accorta, in quanto costituì il primo air-box effettivamente efficace della storia della Formula 1. Aerodinamicamente si presentava meno ricercata e armonica rispetto alla Lotus 72 che all'epoca rappresentava lo stato dell'arte.
 
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