Gaio Musonio Rufo: differenze tra le versioni

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Il consiglio migliore quindi è quello di non abbandonarsi alla mollezza e all’indolenza ma, qualunque sia il proprio ruolo nella società, di dedicarsi alle comuni attività quotidiane, cercando sempre di dare il buon esempio con i fatti. Musonio arriva anche a proporre la vita semplice delle campagne come una delle possibilità per il raggiungimento della virtù.
 
Anche la privazione da ciò che è superfluo concorre al raggiungimento della perfezione, all’assimilazione al divino: «è tipico della divinità non avere bisogno di nulla, e di chi è simile ad essa l’aver bisogno di poco»; questa idea, tipicamente cinica, viene attribuita da Diogene Laerzio a diversi personaggi della scuola cinico-socratica, ed effettivamente la troviamo ribadita con forza anche da Musonio. Tutto comunque concorre a rafforzare l'autosufficienza psico-fisicapsicofisica del filosofo, libero dalle passioni, bastante a se stesso, forte del suo intaccabile codice morale.
 
Per quanto concerne il commettere ingiustizia, Musonio recupera il concetto socratico (espresso con molta chiarezza nel ''[[Gorgia (dialogo)|Gorgia]]'' di [[Platone]]) secondo cui è meglio subirla, dimostrandosi però sempre atti al perdono. Essendo uomini bisogna in ogni modo evitare di far del male agli altri uomini cercando di aiutare colui che ha bisogno e colui che sbaglia: capire gli altri aiuta a comprendere noi stessi.