Edoardo Toscano: differenze tra le versioni

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=== La banda della Magliana ===
{{vedi anche|banda della Magliana}}
Prima azione a cui partecipa in prima persona, il 7 novembre del [[1977]], al rapimento del duca Grazioli che ha luogo nella tenuta di famiglia nei pressi di Settebagni. Spostato in vari covi provvisori, con l'aiuto di un altro gruppo criminale, una piccola banda di Montespaccato con l'intento di gestire al meglio un sequestro che finirà però nel sangue con il duca ucciso per aver visto a volto scoperto uno dei rapitori. Toscano e compagni riescono comunque ad incassare il riscatto di due miliardi che, nella nuova logica ''imprenditoriale'' decisa di comune accordo dall'intera banda, invece di essere diviso tra i singoli componenti, verrà reinvestito in nuove attività criminali.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1993/ottobre/05/Cosi_ucciso_duca_Grazioli__co_10_9310054548.shtml Cosi'Così fu ucciso il duca Grazioli - Il Corriere della Sera]</ref>
 
Il 25 luglio [[1978]] partecipa poi all'omicidio di Franco Nicolini, detto ''Franchino Er criminale'', padrone assoluto di tutte le scommesse clandestine dell'ippodromo di Tor di Valle e le cui attività illegali suscitarono ben presto l'interesse della nascente banda. Avvicinato mentre si avvia a fine serata verso la sua auto, nel parcheggio dell’ippodromo, Nicolini viene steso con nove colpi di pistola da un gruppo di fuoco formato da [[Giovanni Piconi]] e lo stesso Toscano. L’eliminazione di Nicolini è un passo da gigante per la banda che, da ora in poi, ha via libera per poter gestire una gigantesca fonte di guadagno.
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Il 13 febbraio [[1989]] esce di prigione in libertà vigilata. In quel periodo la banda è ormai divisa da una insanabile frattura per questioni di invidie e di denaro che, da lì a poco, avrebbe scatenato una sanguinosa faida tra il gruppo a cui faceva riferimento Toscano, cioè quello della Magliana e i Testaccini di [[Enrico De Pedis]].
 
Come si legge nell'ordinanza di rinvio a giudizio per il processo ai componenti della banda: ''"Toscano dopo un comprensibile periodo, anche se breve, di riadattamento alla libertà, sicuramente tenta di riorganizzare le fila del sodalizio criminoso, che già in passato lo ha visto come uno dei capi indiscussi, aiutato in tale compito dai suoi vecchi accoliti. In tale contesto si trova di fronte il De Pedis e il Pernasetti che, unitamente al loro gruppo, si sono già consolidati. È questo un quadro che fotografa esattamente la riottosità dei <<"testaccini>>" a condividere, con gli altri sodali, le attività nelle quali essi, ormai, hanno pressoché raggiunto il predominio incontrastato: agevolati, in ciò, dalla mancata presenza di coloro che, soli, avrebbero potuto porre un freno a tali eccessi di volontà di dominio."''<ref name="nottecriminale.wordpress.com"/>
 
Toscano, che lamenta a ''Renatino'' soprattutto la mancata assistenza ai detenuti e ai familiari degli stessi, si mette subito alla ricerca di quest'ultimo deciso a farlo fuori per poi fuggire all'estero, subito dopo l'omicidio. Messo al corrente dai suoi delle intenzioni vendicative dell'''Operaietto'' e giocando d'anticipo sul tempo rispetto all'ex amico ed ora rivale, De Pedis escogitò una trappola sapendo che Toscano aveva affidato in custodia una somma di denaro ad un panettiere di [[Ostia (Roma)|Ostia]] (Bruno Tosoni).