Sonata a Kreutzer (romanzo): differenze tra le versioni

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L'intera vicenda ha luogo durante un viaggio in treno. La voce narrante è quella di un uomo che rimarrà per tutto il romanzo uno sconosciuto, tanto per il lettore quanto per lo stesso Vasja Pozdnyšev, al quale non dirà mai il proprio nome. Quest'uomo registra una conversazione tra alcune persone, le quali dissertano animatamente a proposito dei principi fondanti dell'amore, e della sua stessa definizione. In particolare, emergono le posizioni nettamente contrapposte di una signora, che difende l'amore «fondato sulla comunanza d'ideali o sull'affinità spirituale», e quella di un uomo «dai capelli grigi, dall'aria solitaria e dagli occhi scintillanti», che è poi Pozdnyšev. Costui in seguito si ritrova nello scompartimento da solo con lo sconosciuto narratore, al quale inizia a raccontare la sua storia.
 
Oltre a rievocare gli anni dell'unione coniugale, con i suoi rituali, i suoi gesti, le sue convenzioni e le sue ipocrisie, Pozdnyšev confessa il proprio terribile segreto. Dopo aver presentato alla moglie un musicista, egli inizia a sospettare una relazione tra i due. In particolare, una sera, mentre i due eseguono l'uno al violino, l'altra al pianoforte la ''[[Sonata per pianoforte e violino n. 9 (di Beethoven)|Sonata a Kreutzer]]'' di [[Ludwig Van Beethoven]], l'uomo avverte l'intero peso dei propri dubbi. Tuttavia, convinto che il musicista stia per partire ed uscire per sempre dalla sua vita, Pozdnyšev si assenta di casa alcuni giorni per curare i propri affari in provincia. Una lettera della moglie, ricevuta due giorni dopo la partenza, riaccende la gelosia dell'uomo: il violinista non è partito e le ha già fatto visita. Pozdnyšev ritorna precipitosamente a casa, dove arriva in piena notte. Trovandola a tavola con il musicista, in preda alla rabbia, l'uomo pugnala la moglie.
 
Pozdnyšev si rende conto della gravità del misfatto soltanto alcuni giorni dopo, quando viene condotto presso il tumulo della moglie. Al termine del proprio racconto, congedandosi, il disperato uxoricida implora il perdono del proprio compagno di viaggio.