Nanopolvere: differenze tra le versioni

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Per quanto riguarda dunque il particolato aerodisperso e di interesse sanitario, non è ancora stata univocamente definita una dimensione di PM specifica per le nanopolveri. Il centro di ricerche [[Agip]] ad esempio considera "nanoparticelle" il particolato di dimensioni 40-50 nm ovvero si tratterebbe di PM0.04 - PM0.05 <ref>[http://files.meetup.com/206829/agip-nanopolveri%20durante%20RIGENERAZIONE.zip] Definizioni di particolato e nanopolveri adottate dall'AGIP-ENI, pag. 40.</ref>
 
[[Immagine:Particulate_danger-it.svg|thumb|350px|rightupright=1.6|Penetrazione delle polveri nell'apparato respiratorio. <br>È evidente come le nanopolveri siano in grado di penetrare a fondo nell'organismo e, si sospetta, entrare addirittura nel circolo sanguigno penetrando poi nelle cellule (un [[Micrometro|µm]] è pari a mille [[nanometri]]).]]
Per quanto riguarda gli effetti sanitari/ambientali, queste ridotte dimensioni, prossime a quelle molecolari o anche inferiori, permettono alle particelle un comportamento fisico, vuoi per quanto riguarda la dispersione aerea, vuoi per i meccanismi di penetrazione negli organismi viventi, un comportamento che possiamo ritenere intermedio tra quello dei [[gas]] e quello del resto del particolato sospeso.<br/>
Occorre sottolineare per correttezza che il termine nanopolveri è utilizzato quasi esclusivamente in Italia, normalmente nella comunità scientifica internazionale è più diffusa la semplice definizione di particolato ultrafine (anche se si tratta solo di PM 0,1), in quanto con il termine ''nanoparticles'' ([[nanoparticelle]]) si intendono più frequentemente le nanopolveri ad utilizzo tecnologico, piuttosto che quelle aerodisperse.