Tawakkul Karman: differenze tra le versioni

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== Rivoluzione del 2011 ==
Durante le [[sommosse popolari nello Yemen del 2011]], Tawakkul Karman organizza raduni di studenti nella capitale [[yemen]]ita per protestare contro il dittatore [['Ali 'Abd Allah Saleh|ʿAlī ʿAbd Allāh Ṣāleḥ]] e il suo governo. È arrestata, poi liberata sulla parola il 24 gennaio. Prende la testa di un nuovo raduno il 29 gennaio e lancia un appello per un "giorno di collera" per il 3 febbraio<ref name="Feb3_DayRage_aljaz">{{cita news |nome= |cognome= | titolo=New protests erupt in Yemen | data=29 gennaio 2011 | editore=[[Al Jazeera]] | url=http://english.aljazeera.net/news/middleeast/2011/01/2011129112626339573.html |accesso=30 gennaio 2011 |urlarchivio=http://www.webcitation.org/5w8S9MZ1r |dataarchivio=30 gennaio 2011 |deadurl=no }}</ref> ispirato a quello della [[rivoluzione egiziana del 2011]], a sua volta provocato dalle [[sommosse popolari in Tunisia del 2010-2011]]. </br>
 
È nuovamente arrestata il 17 marzo nel corso di una nuova manifestazione.<ref>{{cita news| url=http://www.guardian.co.uk/world/2011/jan/23/yemen-arrests-protest-leader | luogocittà=London | editoregiornale=The Guardian | nome=Tom | cognome=Finn | titolo=Yemen arrests anti-government activist | data=23 gennaio 2011 | lingua=en}}</ref>
 
Il 18 giugno scrive un articolo intitolato "La rivoluzione incompiuta dello Yemen" per il ''[[New York Times]]'', in cui attacca gli [[Stati Uniti]] e l'[[Arabia Saudita]] per il loro sostegno al regime "corrotto" di Saleh in Yemen, in quanto essi «usano la loro influenza per garantire che i membri del vecchio regime rimangano al potere e perché lo ''status quo'' sia mantenuto. Le agenzie statunitensi di controterrorismo e il governo saudita hanno una salda presa sullo Yemen al momento. Sono esse, e non il popolo yemenita e le sue istituzioni costituzionali, che controllano il Paese».</br>
 
Il 18 giugno scrive un articolo intitolato "La rivoluzione incompiuta dello Yemen" per il ''[[New York Times]]'', in cui attacca gli [[Stati Uniti]] e l'[[Arabia Saudita]] per il loro sostegno al regime "corrotto" di Saleh in Yemen, in quanto essi «usano la loro influenza per garantire che i membri del vecchio regime rimangano al potere e perché lo ''status quo'' sia mantenuto. Le agenzie statunitensi di controterrorismo e il governo saudita hanno una salda presa sullo Yemen al momento. Sono esse, e non il popolo yemenita e le sue istituzioni costituzionali, che controllano il Paese».</br>
Karman critica anche l'intervento [[USA]] in Yemen come un sottoprodotto della cosiddetta [[Guerra al terrorismo|guerra al terrore]] e l'[[Attentato allo USS Cole|attentato dinamitardo all'incrociatore statunitense ''USS Cole'']] che ha portato al sostegno finanziario e militare alle strutture delegate alla sicurezza dello Yemen, quali le Forze Centrali di Sicurezza, l'Agenzia Nazionale di Sicurezza e la Guardia Repubblicana, che sono tutte sotto il controllo della famiglia di Saleh, che così è libera - la Karman sostiene - di commettere ogni violazione dei [[Diritti umani|diritti dell'uomo]]. Pertanto, secondo la Karman, la democrazia nello Yemen dipenderà dalla politica estera degli Stati Uniti nella regione.