Il giardiniere (Van Gogh): differenze tra le versioni

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Van Gogh, a differenza di quanto fa con la maggior parte dei dipinti da lui eseguiti, non cita l'opera all'interno delle sue lettere<ref name=mostra/> e quindi non ne dà il titolo<ref name=lettere/>.
 
La tela è comunque da sempre inserita nel catalogo ragionato dei lavori di Van Gogh, dapprima nel catalogo stilato nel 1928 (e poi in forma riveduta nel 1970) di Jacob-Baart de la Faille ''The work of Vincent Van Gogh'', con il numero 531 e poi nel catalogo stilato da Jan Hulsker ''The complete van Gogh'' del 1980, con il numero 1779. Per differenziare le due catalogazioni, la critica associa le iniziali degli autori ai numeri, rispettivamente F531 e JH1779<ref name=nove/><ref>{{Cita|Walther|p. 11|Walther, 2006|harv=y}}.</ref><ref name=nove/>.
 
All'interno della collezione della Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma la tela è catalogata con il numero d'inventario 8638<ref name=mostra/>.
 
La tela viene abitualmente riconosciuta con il titolo de ''Il Giardiniere''. In realtà questo è un titolo abbastanza recente, che non esprime pienamente il soggetto ritratto o il messaggio che l'opera racchiude<ref name=mostra/>, probabilmente ispirato dallo sfondo dell'opera che più che ricordare un campo coltivato si avvicina all'immagine di un giardino, mentre altre ipotesi sosterrebbero che il titolo derivi semplicemente dal fatto che si tratti effettivamente del ritratto del giardiniere dell'ospedale psichiatrico di [[Saint-Rémy-de-Provence|Saint Rémy]] dove [[Vincent van Gogh]] si farà ricoverare dall'aprile del 1889 a maggio del 1890<ref name=otto/><ref name=web>{{cita web|url=http://194.242.241.172/opencms/it/temi/viewItem.jsp?language=it&id=oai%3Aculturaitalia.it%3Amuseiditalia-work_42692|titolo=Il giardiniere|editore=CulturaItalia|accesso=22 novembre 2013}}</ref>.<br>
 
Il pittore e amico [[Émile Bernard]] nelle sue lettere (1911) la titola ''Paysan provençal (Contadino provenzale)''<ref name=mostra/> mentre nella prima mostra degli [[impressionisti]] organizzata al Lyceum di [[Firenze]] del 1910 viene presentata come ''Testa di contadino''<ref name=museo/>.<br>
Più in generale nella catalogazione delle opere di Van Gogh viene identificata come ''Contadino'' o ''Ritratto di Contadino''<ref name=mostranove/><ref name=novemostra/> mentre nella collezione del museo romano resta con il titolo di ''Il Giardiniere (Contadino Provenzale)''<ref name=mostra/>.
 
== Storia ==
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Dopo la morte del pittore l'opera entrò nel mercato dei collezionisti, arrivando nella galleria parigina del mercante di origini ebree Paul Rosemberg dove, nel 1910, venne acquistato da [[Gustavo Sforni]], raffinato intellettuale pittore macchiaiolo nonché collezionista che nei primi del novecento porterà a [[Firenze]], città dove risiede, capolavori della moderna pittura francese tra cui il ''Ritratto di monsieur Chocquet'' (1889<ref>{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2007/03/cezanne.shtml?uuid=0ebb47d8-c8b1-11db-b7ce-00000e251029&DocRulesView=Libero|titolo=Firenze ritrova i capolavori "smarriti" di Paul Cezanne|autore=Stefano Biolchini|data=2 marzo 2007|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|città=Firenze|accesso=22 novembre 2013}}</ref>) di [[Paul Cézanne]], due olii di [[Maurice Utrillo]] e un pastello di [[Edgar Degas]]<ref name=sei>{{Cita|Bardazzi|p. 180|Bardazzi, 2007|harv=s}}.</ref>.<br>
Dopo il suo arrivo in [[Italia]] il dipinto venne prestato per la prima mostra italiana dedicata agli [[impressionisti]]<ref name=club>{{cita web|autore=Maria Grazia Beverini del Santo|url=http://www.lyceumclubfirenze.net/centenario/relazione_beverini.htm|titolo=La Relazione della Presidente|editore=Lyceum Club Firenze|accesso=22 novembre 2013}}</ref>, organizzata da [[Ardengo Soffici]] tra l'aprile e maggio del 1910 nei locali del Lyceum Club di [[Firenze]]<ref name=prima/>, titolata appunto ''Prima mostra italiana dell'impressionismo''<ref name=prima/>. La tela, esposta con il numero 71<ref name=sei/>, era affiancata dalle opere di [[Paul Cézanne]], [[Edgar Degas]], [[Jean-Louis Forain]], [[Paul Gauguin]], [[Henri Matisse]], [[Claude Monet]], [[Camille Pissarro]], [[Pierre-Auguste Renoir]], [[Henri Toulouse-Lautrec]] e 18 sculture di [[Medardo Rosso]]<ref name=web/><ref name=prima>{{Cita|Bardazzi|p. 168|Bardazzi, 2007|harv)y}}.</ref><ref name=web/>.
 
Sempre nel 1910 [[Ardengo Soffici|Soffici]] ne diede un giudizio non proprio positivo, visto che nell'opera di Van Gogh vi vide una rottura con la lezione di Cézanne, artista da lui molto apprezzato<ref name=sei/>
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{{citazione|Non mancano pregi... (''ma dove emerge, fallita'') La ragione quando forse la maturità degli anni l'avrebbe portato a una comprensione più semplice della natura ... Anziché una tempra d'artista sincero, una volontà bistorta, alle prese con la materia ribelle e invitta}}
 
Ritornato all'interno della collezione, [[Gustavo Sforni|Sforni]], intuendo le critiche che sarebbero scaturite alla visione in Italia del capolavoro da parte dei contemporanei, lo conservò gelosamente in casa sua, permettendo di vederlo solo ad amici e intellettuali che lui frequentava, attenti alle nuove tendenze d'oltralpe e alle innovazioni impressioniste e post-impressioniste<ref name=museosei/><ref name=seimuseo/>.
 
Dopo la morte del collezionista, avvenuta nel 1940, il dipinto verrà lasciato in eredità allo zio avvocato Giovanni Verusio insieme a tutta la collezione di dipinti che, oltre ai già citati autori francesi, comprendeva tele di [[Giovanni Fattori|Fattori]] (più di quaranta opere tra olii e taccuini) [[Telemaco Signorini|Signorini]] e [[Gino Severini|Severini]]<ref name="due">{{cita news|autore=Cavalli Giovanna|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/maggio/22/Che_imprudenza_Giardiniere_portavo_banca_co_0_9805226701.shtml|titolo=Racconto di Sandra Verusio "Che imprudenza, io il Giardiniere lo portavo in banca con la Cinquecento"|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=22 maggio 1998|pagina=15|accesso=22 novembre 2013}}</ref>. Nonostante Van Gogh non avesse ancora raggiunto la popolarità che il mercato dell'arte gli porterà negli anni Ottanta, il dipinto era già riconosciuto come il pezzo più pregiato e di valore della collezione, tanto che durante la fine della [[seconda guerra mondiale]] l'avvocato Verusio, rifugiatosi in un casolare nella campagna toscana lo nasconderà in una cassa di legno sotto la paglia, all'interno di una limonaia di [[Pian dei Giullari]], per proteggerlo dalle razzie dei soldati tedeschi<ref name=due/>.
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Sono gli anni dove i paesaggi e il sole della [[Provenza]] lo affascinano notevolmente, dove creerà la serie degli ulivi, i quadri dedicati ai cipressi e ai campi di grano<ref name=otto/><ref name="dieci">{{Cita|Meedendorp, Teio 2008|p. 218}}.</ref>.<br>
In questa parte del quadro la vegetazione degli arbusti e delle piante si fonde con quella del prato, dando la sensazione che l'erba evolva in un tutt'uno con le fronde degli alberi. La pennellata è intensa, pastosa, curva con eleganza<ref name="sinuosa">{{Cita|Walther|p. 510|Walther, 2006|harv=y}}.</ref>, riprendendo soluzioni tecniche già sperimentate nei paesaggi dipinti all'aperto<ref name=dieci/><ref>{{Cita|Walther|p. 517|Walther, 2006|harv=y}}</ref><ref name=dieci/> dando un'idea di movimento<ref name=otto/> terminando nella parte alta del dipinto, dove sono presenti, viste in lontananza, altre piante e due piccoli muretti di cinta.
 
==Sede espositiva==
 
Nonostante Van Gogh abbia creato circa 871 dipinti<ref>Le opere catalogate sono 871, ma il numero oscilla viste le incerte attribuzioni di alcune tele.</ref> e un numero altissimo di disegni e schizzi, all'interno delle collezioni pubbliche italiane vi sono solo tre opere e ''Il giardiniere'' è sicuramente considerata quella di maggior valore artistico.
Le altre due opere sono ''[[L'Arlesiana (Van Gogh 1890)|L'Arlésienne (Madame Ginoux)]]'' del 1890<ref>{{Cita|Walther|p. 617|Walther, 2006|harv=y}}</ref>, conservata all'interno della Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma e all'opera ''Donne bretoni'' del 1888, conservato allanella [[Galleria d'arte moderna (Milano)|Galleria d'Arte Moderna]] di [[Milano]] (Collezione Grassi)<ref>{{Cita|Walther|p. 472|Walther, 2006|harv=y}}</ref><ref>{{Cita|Walther||Walther, 2006|harv=y}}. Dato tratto dall'elenco delle completo delle opere di Van Gogh.</ref>.
[[File:Vincent van Gogh - L'Arlesienne (Madame Ginoux).jpg|thumb|200px|''[[L'Arlesiana (Van Gogh 1890)|L'Arlésienne (Madame Ginoux)]]'' del 1890 (F540, JH1892), opera esposta con ''Il Giardiniere'' nella sala XV della [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]]|left]]
Fino al 2011 la tela de ''Il Giardiniere'' era conservata all'interno della sala XIV della Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma, sala dedicata all'impressionismo, ai suoi inizi e ai suoi sviluppi, affiancando anche opere di autori italiani meno noti che andarono a Parigi a carpire l'essenza delle nuove correnti artistiche europee. Data l'importanza della tela la sala veniva anche comunemente chiamata ''Sala del Giardiniere''<ref>{{cita web|url=http://www.romartguide.it/italiano/schedemusei/Gnam.html|titolo=Elenco delle sale della GNAM|editore=romartguide.it|accesso=22 novembre 2013}}</ref>.
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{{Portale|pittura}}
{{Voce di qualità|valutazione=Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Il giardiniere (Van Gogh)|arg=arte|arg2=|giorno=22|mese=11|anno=2013}}
 
[[Categoria:Dipinti di Vincent van Gogh|Il giardiniere]]
[[Categoria:Ritratti pittorici maschili|Il giardiniere]]