Grande carestia irlandese: differenze tra le versioni

Mentre nel secolo precedente l'incremento demografico era stato contenuto (si era passati dai 3 milioni di abitanti stimati nel 1700 ai 4 milioni stimati nella seconda metà del XVIII secolo), nei decenni precedenti la carestia la popolazione crebbe del 1,6% annuo arrivando a circa 8,2 milioni di abitanti nel 1841, anno di censimento<ref>Il censimento del 1841 accertò una popolazione di 8.175.124 persone residenti in Irlanda. Questa cifra però non comprendeva i senzatetto e tutti coloro che all’epoca vivevano in strutture precarie come la popolazione residente nei cosiddetti ''scalps'', dei buchi scavati in terra e ricoperti da rami e torba. Si stima che circa un milione di persone non furono conteggiate dal censimento e quindi la popolazione era probabilmente vicina ai nove milioni di abitanti. Il censimento 1851 contò 6.522.285 persone con un calo pari al 20%. </ref>. Siccome le fasce di popolazione non conteggiate in precedenza erano anche le più vulnerabili, studi recenti suppongono che in realtà il calo di popolazione fu pari ad una percentuale compresa fra il 25% e il 30%. Questo nonostante il forte flusso di emigrazione — l

L'emigrazione irlandese cominciò infatti ben prima della carestia: tra il 1815 e il [[1845]] lasciarono l'isola circa 1,5 milioni di persone, dirette prevalentemente verso la Gran Bretagna (circa mezzo milione) e il Nord America. La causa dell’incremento demografico fu cheda iascrivere alla matrimoniconsuetudini della popolazione rurale, la maggioranza quindi della popolazione, avevanodi luogosposarsi in giovane età. Un ampio numero di figli era considerato una sorta di assicurazione per il futuro., Lae la conseguenza fu un'ulteriore frammentazione degli appezzamenti di terreno, indovuta quanto laalla consuetudine ereditaria che prevedeva launa ripartizione equa dei terreni fratra i figli.

Il censimento 1851, dopo la fine della carestia, contò 6.522.285 persone con un calo pari al 20%. Siccome le fasce di popolazione non conteggiate in precedenza erano anche le più vulnerabili, studi recenti suppongono che in realtà il calo di popolazione fu pari ad una percentuale compresa fra il 25% e il 30%.