Rinascimento ferrarese: differenze tra le versioni

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[[File:Aprile, francesco del cossa, 14.jpg|thumb|300pxupright=1.4|''[[Aprile (Francesco del Cossa)|Aprile]]'', [[Salone dei Mesi]] di [[Palazzo Schifanoia]], Ferrara]]
Il '''Rinascimento a [[Ferrara]]''' decollò a partire dalla [[Signoria cittadina|signoria]] di [[Lionello d'Este]] ([[1441]]-[[1450]]) e produsse alcuni dei più originali risultati nell'ambito del primo [[Rinascimento italiano]]. Si tratta della rinomata scuola di [[Cosmé Tura]], [[Francesco del Cossa]] ed [[Ercole de' Roberti]]. Una seconda scuola prese le mosse nel XVI secolo, con protagonista [[Dosso Dossi]].
 
==Contesto storico e culturale==
[[File:Pisanello, medaglia di leonello d'este.jpg|thumb|200px|Pisanello, [[prima medaglia di Leonello d'Este]] (1441-1443)]]
[[File:Borso d'Este.jpg|200px|thumb|[[Baldassarre d'Este]], ''Ritratto di Borso d'Este'']]
La corte degli [[Este]] a Ferrara era una delle più vitali dell'Italia settentrionale fin dalla fine del XIV secolo, quando [[Niccolò d'Este]] avviò l'[[Università di Ferrara|Università]] e diede inizio alla costruzione del [[castello Estense|castello]]<ref name="Z186">Zuffi, 2004, cit., pag. 186.</ref>. Spiccati erano i connotati cortesi, come dimostrano gli interessi verso il mondo favolistico di retaggio medievale, testimoniati dai numerosi romanzi cavallereschi che arricchivano la celebre biblioteca, verso l'[[astrologia]] e l'[[esoterismo]]<ref name="DVC108">De Vecchi-Cerchiari,. cit., pag. 108.</ref>. Sul piano artistico era molto apprezzato [[Pisanello]], che realizzò varie medaglie per [[Lionello d'Este]], e la produzione miniata sia di stampo [[gotico internazionale|internazionale]], in cui spiccava [[Belbello da Pavia]] (autore della ''[[Bibbia di Niccolò d'Este]]''), sia aggiornata all'umanesimo, come quella di [[Taddeo Crivelli]] (''[[Bibbia di Borso d'Este]]'')<ref name="DVC108"/>.
 
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===Lo Studiolo di Belfiore===
[[File:Studiolo di belfiore, calliope di cosmè tura, national gallery di londra.jpg|thumb|200px|[[Cosmè Tura]], ''[[Calliope (Cosmè Tura)|Calliope]]'', [[National Gallery (Londra)|National Gallery]], [[Londra]]]]
{{vedi anche|Studiolo di Belfiore}}
Il nascere della scuola ferrarese, col suo linguaggio peculiare, si coglie nelle decorazioni superstiti dello [[Studiolo di Belfiore]], voluto da [[Lionello d'Este|Lionello]] ma terminato all'epoca di [[Borso d'Este|Borso]], già nella scomparsa "[[Delizie estensi|Delizia]]" di Belfiore. La decorazione era composta da [[Intarsio|tarsie]] dei [[da Lendinara]] e da un ciclo pittorico di ''Muse'' su tavola, disperse o distrutte dopo la scomparsa del palazzo<ref name="DVC109">De Vecchi-Cerchiari,. cit., pag. 109.</ref>.
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===Cosmè Tura===
[[File:Cosmè Tura 037.jpg|thumb|200px|Cosmè Tura, ''San Giorgio'', dalle [[ante dell'organo del Duomo di Ferrara]]]]
{{vedi anche|Cosmè Tura}}
Il fondatore della scuola ferrarese è considerato [[Cosmè Tura]], al quale si affiancarono poi [[Francesco del Cossa]] ed [[Ercole de' Roberti]]. Pur nelle differenze individuali, le loro opere sono accomunate dalla preferenza per le immagini preziose e raffinate<ref name="Z186"/>, i profili aguzzi, il chiaroscuro incisivo che rende ogni materiale come metallo sbalzato o pietra dura<ref name="DVC109"/>.
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===Francesco del Cossa===
{{vedi anche|Francesco del Cossa}}
[[File:Marzo, francesco del cossa, 08.jpg|thumb|200px|left|Francesco del Cossa, ''[[Marzo (Francesco del Cossa)|Marzo]]'']]
[[Francesco del Cossa]], di poco più giovane del Tura, partì da basi comuni al collega, ma giunse ad esiti diversi per via del maggior risalto dato alla lezione di [[Piero della Francesca]], con figure più composte e solenni. Non è sicura la sua partecipazione allo [[studiolo di Belfiore]], ma partecipò all'altro grande saggio di pittura ferrarese, il [[Salone dei Mesi]] di [[Palazzo Schifanoia]] ([[1467]]-[[1470]]). A questo complesso ciclo di affreschi lavorarono più pittori, probabilmente diretti da Cosmè Tura, sulla base di un programma iconografico di [[Pellegrino Prisciano]] ricco di riferimenti astronomici, filosofici e letterari. Originariamente la decorazione era composta da dodici settori, uno per mese, dei quali ne restano oggi sette. Ciascun settore è diviso a sua volta in tre fasce: una più alta dove è dipinto il trionfo del dio protettore del mese circondato dai "figli" impegnati in attività tipiche, una centrale a fondo blu con il segno zodiacale e tre "decani", e una inferiore con scene che ruotano attorno alla figura di [[Borso d'Este]]. Celebrando il Signore e i suoi ideali si celebrava l'intero Stato nelle sue varie funzioni, che andavano dalla rappresentanza al governo<ref name="DVC110"/>.
 
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===Ercole de' Roberti===
[[File:Ercole de' Roberti 005.jpg|thumb|250px|Dettaglio dei ''[[Miracoli di san Vincenzo Ferrer]]'', dal ''[[Polittico Griffoni]]'']]
{{vedi anche|Ercole de' Roberti}}
Il terzo protagonista della scuola ferrarese è [[Ercole de' Roberti]], pure attivo nel [[Salone dei Mesi]]. A lui è attribuito ''[[Settembre (Ercole de' Roberti)|Settembre]]'', dove le forme subiscono una stilizzazione geometrica (come nelle rocce) e le figure assumono una tale dinamismo, grazie ai contorni tesi e spigolosi, da rendere tutto antinaturalistico, ma di grande violenza espressiva<ref name="DVC111">De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 111.</ref>.
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===Il XVI secolo===
[[File:Dosso Dossi - The Three Ages of Man.jpg|thumb|250px|Dosso Dossi, ''Tre età dell'uomo'' (1515)]]
La generazione dei maestri quattrocenteschi si esaurì negli anni novanta del secolo, senza un ricambio artistico di altro livello: i frutti della scuola ferrarese erano stati infatti recepiti soprattutto altrove, per cui all'aprirsi del nuovo secolo gli Este presero sotto la propria ala protettiva artisti di formazione più variegata, aggiornati alle novità del [[Rinascimento romano]] e [[rinascimento veneziano|veneziano]]<ref name="DVC234">De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 234.</ref>.
 
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==Architettura e urbanistica==
[[Immagine:Ludovico Ariosto statue - Ferrara, Italy.JPG|thumb|250px|[[Piazza Ariostea]]]]
Già nel [[1443]] [[Leon Battista Alberti]] soggiornò in città, interpellato da [[Lionello d'Este]] per il campanile del [[duomo di Ferrara|Duomo]] e per la sistemazione della base del monumento equestre a [[Niccolò III d'Este|Niccolò III]], ma la presenza del grande architetto non ebbe un impatto rilevante nell'architettura cittadina, che restò dominata dalla tradizione tardo-trecentesca con l'uso del cotto decorato<ref name="DVC113">De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 113.</ref>.
 
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Un primo ampliamento si ebbe con [[Borso d'Este]] a metà del secolo, ma fu soprattutto [[Ercole I d'Este|Ercole I]] a mettere in atto un ambizioso progetto urbanistico, nel quadro dell'esperienza rinascimentale della "[[città ideale]]", che è oggi ricordato come uno dei primi in Europa e ha valso alla città il riconoscimento di [[Patrimonio dell'umanità]] dell'[[UNESCO]]. Ercole infatti affidò all'architetto [[Biagio Rossetti]] la progettazione di un raddoppiamento della città secondo una nuova schema razionale, la cosiddetta [[Addizione erculea]]<ref name="DVC113"/>.
 
[[File:Ferrara diamanti3.JPG|thumb|250px|left|[[Palazzo dei Diamanti]] e il quadrivio dell'[[Addizione Erculea]]]]
Innanzitutto fu interrato il fosso della Giovecca, facendone una larga strada, il [[Corso della Giovecca]], che facesse da cerniera con la parte antica della città: in corrispondenza degli sbocchi delle vie medievali fece infatti prolungamenti regolari, fondendo organicamente il vecchio e il nuovo. La nuova parte, rifacendosi all'[[urbanistica romana]] nelle descrizioni di [[Vitruvio]], aveva una rete viaria ortogonale che si articolava su due assi principali: via degli Angeli (oggi [[Corso Ercole I d'Este|Corso Ercole I]]), che ricalcava una precedente direttrice di collegamento tra il [[Castello Estense|castello]] e [[delizia di Belfiore|Belfiore]], e via dei Prioni, che andava dalla porta Po alla porta a Mare in direzione Est-Ovest. Questo asse in particolare, completamente nuovo e dal sapore pienamente "pubblico" (a fronte dell'altro asse che restava legato al passaggio dei duchi), venne particolarmente enfatizzato con una grande piazza alberata, l'attuale [[piazza Ariostea]]<ref name="DVC113"/>.
 
[[File:Ferrara, palazzo sacrati.JPG|thumb|200px|[[Palazzo Prosperi Sacrati]], sul quadrivio]]
Per integrare l'addizione con il resto della città e stemperarne la possibile rigidità dello schema, Rossetti lasciò zone verdi che fungessero da "pausa" nel tessuto edilizio e, per gli edifici da lui progettati, continuò ad usare il tradizionale cotto. Vennero inoltre evitate le vedute monumentali in corrispondenza degli sbocchi delle vie, preferendo vedute di scorcio sulle architetture. Le prerogative paradigmatiche del suo progetto si percepiscono appieno nel punto di intersezione degli assi, il cosiddetto "Quadrivio degli Angeli", che non venne enfatizzato con una piazza, ma solo dalle eleganti decorazioni degli angoli dei palazzi, tra cui spicca il [[palazzo dei Diamanti]], di Rossetti<ref name="DVC113"/>. L'edificio deve il nome al rivestimento a bugne appuntite, che creano un suggestivo effetto di chiaroscuro, con lastre decorate da candelabre in corrispondenza dell'angolo sul quadrivio, dove si imposta anche un balcone. Gli altri edifici sul quadrivio non ne eguagliarono l'imponenza, concentrandosi piuttosto sulla ricerca di effetti di variazione, con grandi portali o pilastrate d'angolo<ref name="DVC113"/>.
 
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</gallery>
 
[[File:Cosmè tura, san girolamo penitente.jpg|thumb|180pxupright=0.8|[[Cosmè Tura]], ''[[San Girolamo penitente (Cosmè Tura)|San Girolamo penitente]]'']]
 
==Note==