Museo civico dei fossili di Besano: differenze tra le versioni

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Nel 1975 il Museo di Milano diede inizio ad una serie di scavi ed ottenne l’approvazione per l’apertura di alcune cave nelle zone fossilifere in località di Rio Ponticelli, e successivamente nel 1985 venne inaugurato il nuovo scavo di Sasso Caldo.
 
[[File:Pachypleura edwardsi.JPG|thumb|280pxupright=1.3|left|Fossile di ''Neusticosaurus edwardsi'' esposto nel museo; l'esemplare venne battezzato da Cornalia nel 1854 con il nome di ''Pachypleura edwardsii''.]]
== La storia del giacimento ==
Gli scisti bituminosi nei dintorni di Besano, presso le pendici del Monte Pravello, del Monte Orsa e nell’area del [[Monte San Giorgio]], inizialmente venivano sfruttati dagli abitanti del territorio con l’intento di ricavarne un olio che bruciava facilmente.
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Il bacino di Besano era contornato da bassi fondali che limitavano la circolazione delle correnti soprattutto in prossimità del fondo, sul quale si andava depositando materia organica.
[[File:Coprolite con ossa di neusticosaurus.JPG|thumb|140px|rightupright=0.6|Coprolite con resti di ''Neusticosaurus'']]
=== I fossili degli scisti bituminosi ===
I livelli più ricchi di resti di fossili di vertebrati sono i livelli bituminosi.
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I lamellibranchi più numerosi appartengono a diverse specie (ben 12) del genere ''[[Daonella]]''. I lamellibranchi attuali vivono sui fondali o fissandosi a un substrato. Non potendo questi organismi vivere al fondo del mare asfittico di Besano, si è ipotizzato che potessero vivere attaccati a tronchi galleggianti.
Un’altra ipotesi è che vivessero sui bassi fondali attorno al bacino di Besano, dove di tanto in tanto venivano trasportati assieme al fango calcareo.
[[File:Parakellnerites.JPG|thumb|140pxupright=0.6|left|Fossili di ''Parakellnerites'', un'ammonite tipica del giacimento di Besano.]]
I cefalopodi sono presenti con specie di diversi gruppi (o ordini). I più numerosi sono le [[ammoniti]].
Lo studio della distribuzione stratigrafica delle diverse specie ha permesso una precisa datazione del giacimento al limite dei piani Anisico e Ladinico, e la sua correlazione con altri terreni fossiliferi dell’arco alpino.
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I pesci cartilaginei sono rappresentati da cinque generi di squali primitivi. I resti di questi animali sono rappresentati principalmente dai denti e da spine che in vita erano poste davanti alle pinne dorsali.
[[File:Semionotus balsami.JPG|thumb|230px|right|Fossile di ''[[Semionotus]] balsami'', un pesce osseo primitivo.]]
Gli osteitti sono presenti sia con i [[sarcotterigi]] che con gli [[attinotterigi]], i quali rappresentano le forme più comuni.
Ai sarcotterigi appartengono i [[Coelacanthiformes|celacantidi]], che sopravvivono ancora oggi, sostanzialmente immutati, con il genere ''[[Latimeria]]''. A Besano questo gruppo è rappresentato da due generi, ''[[Ticinepomis]]'' e ''[[Holophagus]]''. La maggior parte dei fossili è costituita da resti frammentari, scaglie o ossa disarticolate.
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Gli animali più grandi erano i [[notosauri]] (''[[Lariosaurus]]'', ''[[Nothosaurus]]'', ''[[Ceresiosaurus]]''), predatori marini al vertice della catena alimentare; il grande ''Nothosaurus'', lungo quasi 4 metri, è stato rinvenuto solo sul versante svizzero, mentre i resti di ''Ceresiosaurus'' e ''Lariosaurus'' sono stati rinvenuti anche a Besano; ''Lariosaurus'', in particolare, è stato rinvenuto anche in altre località italiane e potrebbe rappresentare il più recente fra i notosauri di Besano.
[[File:Tanystropheus longobardicus.JPG|thumb|right|Fossile di ''[[Tanystropheus]] longobardicus'', un bizzarro rettile caratterizzato dal collo lungo e rigido.]]
In acqua viveva anche il bizzarro [[tanistrofeo]], fornito di un collo lunghissimo che gli è valso il nome di "rettile giraffa"; il collo era tenuto rigido tramite vertebre e costole cervicali estremamente allungate che impedivano all'animale di ripiegarlo; ancora oggi gli scienziati si interrogano sullo stile di vita di questo rettile.